I suoi quadri sono fotografie ingrandite a dismisura, spezzate e ricomposte, esasperate da colori violenti, realizzati con i pantone Letraset, i suoi disegni realizzati a pennino con china, acquerello e talvolta colorati con ecoline.
Il curriculm vitae di Graziano Origa è assai variegato: grafico, art director, giornalista, saggista, fotografo, editore, punk artist, poeta o, come si definisce lui stesso, “spirito libero e creativo, controverso, no-code, posseduto dal sacro fuoco della carta”... tutte esperienze che - comunque - non danno un'esaustiva fotografia del poliedrico personaggio!
Tra i fondatori della Punk Art, un movimento artistico filosofico vicino all’universo warholiano e ai miti americani degli anni ’60, alla fine degli anni ’70 edita e realizza il mensile di moda decadente “Punk Artist“, per il quale incontra artisti (Mario Schifano), registi (Lina Wertmüller), attori (Paolo Poli), ballerini (Linsday Kemp), stilisti (Giorgio Armani), cantanti (i Krisma), scrittori (Alberto Moravia) e poeti (William Burroughs). Una vita intensa, impossibile da riassumere in questo post ma sviscerabile ulteriormente su Wikipedia.
Nuovamente in Italia dalla fine degli anni ’80, Origa agisce borderline sulle parole e sulle immagini, con piglio naïve, cult e vintage e con i suoi potentissimi ritratti di celebrità – da William S. Burroughs a Bob Dylan, da Steve Jobs a Larry Page & Sergey Brin, da Maria Callas a Rita Levi Montalcini – tira fuori l’anima al mito, restituendogli un volto più “umano” (qui una video-raccolta trovata su YouTube).
Un articolo molto interessante!!
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