Anno 1976. I Metro, trio capitanato da Duncan Browne, licenzia un singolo che contiene "Criminal World" (lato A / ascoltalo qui) e "Black Lace Shoulder" (lato B) / ascoltalo qui), anticipatore del loro primo album, splendido e misconosciuto. Probabilmente questo gruppo ha solo avuto il torto di pubblicare il lavoro in una situazione decisamente poco propizia, ovvero nel 1976, in piena esplosione punk. La loro casa discografica Transatlantic, dedita principalmente al folk inglese e i soliti giornalisti “compiacenti”, all'epoca cercarono di spacciare il disco dei Metro come una sorta di punk più adulto e raffinato (clamorosa contraddizione in termini...). Grazie a Dio, i Metro erano ben altro. Per dare un’idea, seppur approssimativa, di quello che suonavano Browne e soci nel loro primo album (le opere successive dei Metro, ascrivibili ai soli Peter Godwin e Sean Lyons, sono trascurabile e plasticoso pop) si può azzardare ad una... mirabile fusione tra glam raffinatamente decadente, la tecnica strumentale ed armonica del migliore progressive ed il senso del cesello del folk acustico, impreziositi da testi poeticamente esistenzialisti. Sono convinto che, se questo disco fosse stato messo in commercio al tempo del suo concepimento – ossia quasi tre anni prima, nel 1974 – per un esordio come questo si sarebbe urlato al miracolo.
Guardando la copertina, ci si rende immediatamente conto da chi i Japan siano andati (di nascosto) a lezione di stile e portamento.
Il singolo "Criminal World” (ripreso qualche anno dopo da David Bowie nell'album "Let's Dance") è soltanto il primo di nove capolavori contenuti nel disco: gioiellini per ricercatezza dell’impianto compositivo, varietà degli accenti, sapienza in fase di produzione. Echi di Tangerine Dream, degli 801 di Eno e Manzanera, del Sylvian di "Brilliant Trees"... anticipato di una decina d'anni! Vogliamo infine parlare della deliziosa tessitura di violino, chitarre acustiche e percussioni in "Black Lace Shoulder"?!? Contrasti che esasperano le ambiguità di una musica sordidamente luciferina, nonostante l’apparente compostezza “di facciata”.
Il singolo "Criminal World” (ripreso qualche anno dopo da David Bowie nell'album "Let's Dance") è soltanto il primo di nove capolavori contenuti nel disco: gioiellini per ricercatezza dell’impianto compositivo, varietà degli accenti, sapienza in fase di produzione. Echi di Tangerine Dream, degli 801 di Eno e Manzanera, del Sylvian di "Brilliant Trees"... anticipato di una decina d'anni! Vogliamo infine parlare della deliziosa tessitura di violino, chitarre acustiche e percussioni in "Black Lace Shoulder"?!? Contrasti che esasperano le ambiguità di una musica sordidamente luciferina, nonostante l’apparente compostezza “di facciata”.
Bello trovare qualcuno che cononosce....dopo anni sono riuscito a scaricarlo e ora me lo sento per i prossimi 10 anni........canzono immortali, belle, intense, uniche
RispondiEliminaZeno