martedì 10 dicembre 2019

Pump up the volume e... sentirai i Beatles imprecare!


1 agosto 1968, Trident Studios di Soho, Londra. I Beatles stanno registrando "Hey Jude". Dopo aver incise le tracce base, arriva il momento delle sovraincisioni. L'orchestra di 36 elementi non sembra particolarmente entusiasta e il risultato ottenuto è talmente scialbo da fare sbottare Paul McCartney che, all'ennesima prova non all'altezza affronta i musicisti a muso duro: "Ca**o, ragazzi: volete essere pagati o no?".

La tensione aumenta quando agli orchestrali viene proposto di battere le mani e cantare in coro il ritornello nella celebre coda del brano. Per convincerli a prestarsi a una cosa da loro ritenuta volgare e inopportuna, la produzione raddoppia la diaria. Tutti accettano, ad eccezione di un irriducibile che si rifiuta con sdegno affermando: "Non batterò il tempo cantando su una maledetta canzone di Paul McCartney".

Se ne volete avere una prova audio indossate le cuffie, alzate il volume e andate a 2 minuti e 58 secondi del brano: sotto traccia è possibile sentire qualcuno esclamare un bel "fucking hell"! A farsi scappare la volgarità sarebbe stato - secondo alcuni - John Lennon, indispettito dal volume della base in cuffia troppo alto. Stando ad un'altra versione, sarebbe stata pronunciata da McCartney, innervosito da un suo errore al pianoforte. Una parolaccia finita in una delle tante tracce che vennero inviate agli studi di Abbey Road per il mixaggio. Il tecnico del suono della EMI all'inizio neanche se ne accorse, nonostante la band l'avesse avvertito. E comunque essendo stata inserita in un bounce (una specie di "fusione" tra diverse tracce in una singola, per ovviare alla limitata disponibilità nei registratori di allora), era tecnicamente impossibile da eliminare.

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