Il neologismo paparazzo è diventato, per antonomasia (e a volte con accezione negativa), sinonimo di fotografo d'assalto, specializzato nel riprendere personaggi vip in occasioni pubbliche o nel loro privato, quasi sempre cercando di fissare situazioni particolari, compromettenti ed imbarazzanti... in modo da ricavarne maggior denaro.
Federico Fellini, al quale si deve la diffusione mediatica del termine, modellò il personaggio ispirandosi ai racconti di Tazio Secchiaroli e Marcello Geppetti, celebri fotografi delle dive nella Roma anni '60. La curiosità vera però riguarda l'origine del nome, ispirato al libro "Sulla riva dello Jonio" di George Gissing, testo che Fellini e Flaiano (sceneggiatore del "La dolce vita") stavano leggendo in quel periodo: Coriolano Paparazzo era il nome del proprietario d'albergo che ospitò Gissing a Catanzaro durante il suo viaggio in Italia nel 1897, descritto appunto nel libro.
Forse non tutti sanno che... la parola "paparazzo" compare anche in parecchie canzoni cone:
"Stupid girl" di P!nk, tratta da "I'm not dead" del 2006;
"Piece of me" della voluttuosa Britney Spears che tratta dell'oppressione dei media nei suoi confronti (povera Britney...);
"Paparazzi on mopeds" dei Cranberries, dall'album "Bury the hatchet";
"Candyman" di Christina Aguilera da "Back to basics";
"Privacy" della buonanima di Michael Jackson, che parla della sua privacy costantemente violata da fotografi e giornalisti;
"Better of two evils" di Marylin Manson del 2003;
"Reach out" di Hilary Duff.
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