lunedì 8 luglio 2019

Il computer che distingue fra John e Paul


Tutti i beatlesiani sanno bene che una delle coppie d'oro della musica d'ogni tempo, la premiata ditta Lennon-McCartney era solita firmare tutte le canzoni a 4 mani, a prescindere dal reale contributo apportato da ciascuno dei due... tanto che di alcune canzoni ad oggi non si conosce ancora il vero compositore. Due studiosi americani (fan irriducibili del quartetto inglese), Mark Glickman e Jason Brown, hanno provato a risolvere l'annoso problema attraverso uno speciale modello statistico, in grado - pare - di riconoscere la cifra stilistica di ciascun musicista. Un esempio su tutti: la strafamosa "In My Life" (contenuta in "Rubber Soul") che sia John che Paul hanno sempre detto essere farina del proprio, rispettivo sacco! I due scienziati hanno deciso di utilizzare la statistica, per tentare di dare una risposta definitiva: ogni autore, infatti, tende ad avere preferenze stilistiche ed automatismi competitivi in grado di rendere riconoscibile la sua 'firma' artistica.

I due hanno scomposto tutte le canzoni incise dalla band fra il 1962 e il 1966, catalogando cinque differenti gruppi di caratteristiche: la frequenza con la quale compaiono gli accordi, le transizioni fra quelli più comuni, le note sulle quasi si basa la melodia principale... e così via, convertendo ogni brano in una serie di dati quantificabili, attraverso i quali risalire alla paternità dello stesso.

Con questo procedimento, quantomeno fantasioso ed affascinante, i due hanno sentenziato che la probabilità della firma del Macca su "In My File" è solo di 0,18... che equivale a dire che il suo vero autore è stato John! Altra sentenza piuttosto sorprendente è la paternità su "The World", altro brando di "Rubber Soul", scritta quasi certamente da McCartney. Io avrei giurato il contrario...

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