mercoledì 11 settembre 2019

Pregevole rielaborazione di David Sylvian in salsa ECM


Un disco uscito lo scorso luglio e che solo adesso riesco a gustarmi con la giusta attenzione nell'ascolto che merita. Si tratta di "The Shining of Things. Dedicated to David Sylvian", un progetto firmato dalla vocalist Serena Spedicato e dal pianista Nicola Andrioli, (musicista pugliese da anni residente in Belgio, responsabile anche degli arrangiamenti del disco) prodotto dalla meritevole etichetta Dodicilune, che personalmente scoprì qualche anno fa attraverso un disco del mio amico chitarrista Rino De Patre, che riscosse pure il plauso di Dominic Miller, da anni alla corte di Sting. Molti conoscono Sylvian per i suoi lavori solisti (dopo gli inizi con i Japan), artista responsabile di un songbook di altissimo livello, in grado di miscelare alla perfezione le suggestioni dell'ambient più colta con gli stilemi del jazz e del rock più avanguardistico, con l'ausilio di una voce davvero unica per timbro e capacità deduttiva. Il tributo del duo Spedicato-Andrioli, arricchito dal trombettista scandinavo Kalevi Louhivuori e dalle percussioni di Michele Rabbia, potrebbe benissimo sembrare un disco della ECM: la destrutturazione di alcune perle della produzione di Sylvian - come "September", "Orpheus", "Forbidden Colours", "Heartbeat" e "Brilliant Trees" risulta all'ascolto personalissima e fantasiosa, in grado di esaltare il significato spirituale dei brani stessi. 



A proposito del potenziale legame fra il jazz e Sylvian, la Spedicato dice: "L'opera di Sylvian esplora, in alcuni passaggi della sua discografia, alcuni aspetti legati espressamente ad una dialettica identitaria del jazz europe, come la ricerca sonora, le atmosfere aperte e rarefatte, la libera espressione del linguaggio improvvisato come possibilità alla forma, l'esperienza del suono. Un filo rosso intrecciato a collaborazioni con nomi di prestigio come Kenny Wheeler, John Taylor, Bill Frisell e Jon Hassel, combinando a suono ed elettronica gli strumenti acustici, nuovi linguaggi, improvvisazioni e spazio creativo del singolo musicista".

Non aspettate un disco di semplici cover... ma un lavoro di grande spessore.

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