martedì 11 febbraio 2020

Bugo-gate

Questa foto è mia, scattata sabato mattina all'indomani dell'eliminazione del duo dalla finale sanremese.
Le unghie sono mangiate all'osso dalla rabbia!!!
Quando le cose finiscono, ci si trova sempre impreparati. E Sanremo non sfugge a questa implacabile regola di vita. Una data sul calendario della musica italiana che rappresenta una festa, un divertimento ma anche duro lavoro per chi lo affronta dal punto di vista professionale, a vari livelli. Prima di tutti gli artisti, il cast televisivo, i discografici, gli orchestrali, i giornalisti, le maestranze. La settimana canzonettistica italiana si chiude e anche i cuori più duri e critici - anche se non l’ammetteranno mai - sperimentano il sottile fascino della malinconia. Hai aspettato quel giorno preparandoti al meglio, pur sapendo che dopo cinque giorni sarebbe finito tutto. Conosci l’ora esatta della fine e conosci anche lo stato d’animo che vivrai nei giorni successivi: un po’ stanco, un po’ commosso, un po’ confuso, un po’ felice. Per una settimana tutti chiusi in una bolla musicale: a Sanremo ogni piccolissimo problema assume i toni del caso nazionale, una città - unica nel suo genere - che si vota totalmente al culto della canzone nostrana, secondo la logica denominata del “festival diffuso”.


Fra le cose che rimarranno nell'almanacco di Sanremo 2020 c'è sicuramente la querelle fra Morgan - Re dei musicisti supponenti e sbruffoni - e Bugo, surreale cantautore in odore del Rino Gaetano degli inizi, Tricarico, Faust'o ed altri personaggi del genere. Ho vissuto questo psico-dramma in diretta a Sanremo, assistendo anche ad alcune gustose scenette durante le prove che hanno certamente pesato sull'epilogo finale dello scorso venerdì sera, seguendo poi le due conferenze stampa disgiunte (Bugo da noi al Roof e Morgan a Casa Sanremo) il sabato pomeriggio:


Qui di seguito mi sono divertito a raccogliere una serie di meme, video e altre amenità in tema:




E comunque... #iostoconbugo, tutta la vita!

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