giovedì 4 giugno 2020

Un preziosissimo ritrovamento


Un plauso a grafico e art director di questa pubblicità che promuove una nuova iniziativa del quotidiano La Repubblica che parte domani: una serie di interviste fatte da Gino Castaldo ad alcuni dei grandi della musica. Il claim e il riferimento grafico all'occhio sinistro semichiuso di Faber è un dettaglio davvero di classe. De Andrè, infatti, ha avuto sempre difficoltà a mostrarsi in pubblico proprio per via della palpebra che gli chiudeva per metà l'occhio sinistro: "Un complesso che ha rovinato la mia vita fino all'età di 35 anni, fino a quando con una semplice operazione ho rimediato a tutto".

Racconta il giornalista in merito al ritrovamento dei nastri, rigorosamente TDK: "Trovi una vecchia cassetta audio, la metti su un buon lettore che fortunatamante hai comprato usato qualche mese prima e premi play. Senti la voce di Massimo Troisi che parla di Pino Daniele e rimani incantato, poi ti ritorna tutto alla mente: sì, è vero, era il 1987, Pino aveva scritto le musiche per il nuovo film di Troisi, "Le vie del signore sono finite", in quella cassetta ci sono i due che si raccontano, che parlano di Napoli, di film e canzoni. Metti su un’altra cassetta e senti la voce di De André, poi quella di Lucio Dalla. È cominciato così, in tempi di coronavirus, mi sono ritrovato come molti altri a specchiare nelle mura dell’isolamento casalingo l’indice della memoria, e ritrovare quel grande scatolone pieno di cassette audio che da anni aspettavano di essere spolverate e riascoltate. Ma il tempo non c’è mai stato, fino al lockdown, che isole di tempo libero ne ha create nostro malgrado. Ho aperto lo scatolone e ho cominciato a leggere quello che c’era scarabocchiato sulle fascette di cartoncino.

Ho scoperto che c’era un tesoro di bellezza, conversazioni accumulate in anni e anni e alcune non ricordavo neanche di averle, in una cassetta senza nome ho scoperto che c’era un incontro con Madonna, in un’altra il tono garbato e intelligente di Sergio Endrigo. Una cassetta poteva essere utilizzata per più artisti, uno dopo l’altro, con sequenze inevitabilmente surreali, come quella in cui ho ritrovato di seguito Boy George e Domenico Modugno. Mi sono reso conto che buona parte di questo materiale era di fatto inedito per almeno due ragioni. La prima è che in quegli anni l’intervista era spesso un’occasione di conversazione. La seconda è che le regole del giornalismo sono precise. Puoi anche parlare ore con Leonard Cohen o Ennio Morricone, poi ti aspetta la pagina del giornale da riempire e allora devi scegliere, devi lasciare fuori tante cose non meno interessanti di quelle pubblicate. Ma in quelle cassette ritrovate c’è tutto, anche tutto quello che era rimasto fuori, e ora è il momento giusto per riascoltare.

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