lunedì 30 novembre 2020

Pizza rock


Dopo aver visto in rete questa pizza a forma di chitarra elettrica (complimenti al pizzaiolo...) mi è venuto voglia di scrivere qualche riga di post dedicata al rapporto fra il piatto-simbolo della cultura partenopea e la musica che più mi piace. Intendiamoci... adoro anche la pizza e la preparo spesso in casa, soprattutto alla domenica sera. E' un'abitudine che amo coltivare e che sta diventando una specie di rito.

Una delle mie tante pizze domenicali, in attesa del forno...


Ma torniamo al focus del post. Le grandi band della musica somigliano ai team dei ristoranti. Lo sostiene Alex Kapranos, voce e chitarra di uno dei gruppi "alt rock" più celebrati degli anni 2000, gli scozzesi Franz Ferdinand. Ho letto da qualche parte una sua intervista dove Kapranos parla del suo rapporto col cibo, dei suoi ricordi di quello consumato nei backstage dei suoi tour, che definisce pessimo. Premio speciale a quello più disgustoso quello del festival olandese Pink Pop, in Olanda: pezzi di formaggio fritto e cose così. Curioso per natura, si considera piuttosto fortunato nel fare il musicista, potendo visitare un mucchio di meravigliosi posti esotici e assaggiare cibi che altrimenti non avrebbe l’opportunità di provare. Un'esperienza stimolante che gli ha permesso di accettare una proposta di rubrica fissa da parte di Helen Pidd, una redattrice del Guardian, che parte da un diario di Kapranor, da lui tenuto mentre è in tournée, sul quale mi capita spesso di scrivere a proposito del cibo. Quando non è in giro a suonare per il mondo, ama cucinare, rielaborando le ricette secondo la sua sensibilità, creando  qualcosa di personale. Un po' come si fa con le cover di canzoni altrui: se provi a renderla tale e quale, non sarà mai come l’originale, mentre se cerchi di interpretarla mischiandola con la tua anima... magari ne metti in luce un aspetto inedito.

Interrogato sulla cucina italiana, ricorda di aver mangiato la cotoletta l'ultima volta che è stato a Milano, assaggiando per la prima volta anche la mostarda. E la pizza?!? Probabilmente non la menziona perchè la pizza - emblema della nostra gastronomia al pari degli spaghetti - ormai è considerato un piatto globalizzato.

Per me la pizza rimane il classico cibo pre-concerto, da consumare con gli amici prima dei live. per alcuni, come Ringo Starr, invece è stata l'occasione per guadagnare qualche soldo (come se ne avesse bisogno...) come testimonial. Nota bene: il surrogato presentato nello spot ha il "cornicione ripieno" (caratteristica di un certo tipo di pizza made in Napoli che dovrebbe fargli guadagnare almeno un punticino) che però viene rovinato intingendolo in una salsa arancione... orrore! Alla fine tre membri dei Monkees raggiungono il nasuto batterista per uno spuntino in compagnia.


Al binomio pizza + rock Renato Zero ha dedicato una canzone, "Pizza & Rock And Roll", contenuta nell'album "Soggetti smarriti" del 1986. Mentre Dean Martin la cita in "That's Amore", i System Of A Down la cantano in "Pizza Pie":


E che dire di "Fatte 'na pizza" di Pino Daniele? Di canzoni dedicati a questo straordinario trionfo della fantasia gastrica ce ne sono più di quanto si possa immaginare. Quasi tutte allegre, in linea con lo stato d'animo che il piatto sa stimolare, spesso maliziose, in certi casi sfacciatamente pubblicitarie.

   

Questa l'ho scattata a Napoli nel 2018...

Eppure, non mancano canzoni dal tono drammatico o con riferimenti sociali, se non addirittura politici. La più antica risale al XV secolo e si intitola "Famme la pizza", un sonetto anonimo dedicato ad una certa Cecca. La più famosaè senza dubbio "‘A pizza", il cui successo è legato ad Aurelio Fierro, che la presentò al Festival di Napoli del 1966. Nota curiosa è la componente lombarda nel testo, scritto da Alberto Testa, figlio di padre bergamasco e milanese d’adozione. Il brano fu successivamente presentato da Giorgio Gaber, pure lui meneghino, anche se triestino da parte di padre. Ah, dimenticavo... fra le tante (Domenico Modugno, Salvatore Di Giacomo, Salvatore Gambardella...), c'è pure "Pummarola blues" di Tullio De Piscopo: edonismo puro, null'altro altro che un invito a perdersi nei sapori della pizza.

Anche questa l'ho scattata a Napoli, dove sennò...


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