giovedì 6 novembre 2025

Michael Jackson è sempre il "Re" dei trapassati


Viene chiamata “afterlife economy”, ovvero l’economia delle celebrità defunte, un fenomeno che continua a muovere cifre impressionanti. Come ogni anno, la rivista Forbes ha pubblicato la classifica dei personaggi scomparsi che nel 2025 hanno generato i maggiori introiti. In vetta, per l’ennesima volta, troneggia Michael Jackson, in vetta nella lista dei defunti più pagati del mondo.

Jackson ancora imbattuto

Il “Re del Pop” ha incassato nel 2025 ben 105 milioni di dollari, staccando nettamente tutti gli altri nomi in lista. A trainare i suoi guadagni sono le royalty derivanti dallo streaming, gli spettacoli MJ: The Musical e la produzione del Cirque du Soleil a Las Vegas. Dalla sua morte nel 2009, Jackson ha guidato la classifica postuma di Forbes in 13 dei 16 anni considerati, accumulando un totale stimato di 3,5 miliardi di dollari.

Il ritorno di Elvis e l’intruso Dr. Seuss

A distanza di decenni, Elvis Presley continua a figurare tra i più redditizi. Dopo aver dominato la prima edizione della lista nel 2001, The King è rimasto presente in tutte le edizioni successive, raggiungendo nel 2025 il settimo posto con 17 milioni di dollari. Una cifra che rappresenta appena il 15% dei guadagni del suo celebre genero, Michael Jackson. A sorprendere è invece il secondo posto di Dr. Seuss (85 milioni di dollari), grazie al costante successo dei suoi libri, alle licenze commerciali e a un accordo con Netflix che ha rilanciato l’universo del celebre autore per bambini.

I Pink Floyd e la nuova economia dei cataloghi

Il 2025 segna anche l’ingresso di Rick Wright e Syd Barrett, storici membri dei Pink Floyd, entrambi al terzo posto con 81 milioni di dollari ciascuno. I ricavi derivano dalla recente operazione di vendita del catalogo della band, acquisito da Sony Music Publishing per circa 400 milioni di dollari, da dividere tra i tre membri ancora in vita e le famiglie dei due scomparsi. Completano la top ten The Notorious B.I.G. (80 milioni), Miles Davis (21 milioni), Jimmy Buffett (14 milioni), Bob Marley (13 milioni) e John Lennon (12 milioni).

L’impero postumo di Wacko Jacko

Gran parte della fortuna del patrimonio di Jackson deriva dalle sue scelte strategiche compiute in vita. Nel 1985 acquistò il catalogo ATV per 47,5 milioni di dollari, assicurandosi quasi 4.000 brani, tra cui la maggior parte dei successi della coppia Lennon & McCartney. Quell’investimento si trasformò in un affare colossale: nel 2016 la sua estate vendette la quota a Sony per 750 milioni di dollari (pari a circa un miliardo odierno). Restavano però esclusi i diritti editoriali e i master delle opere di Jackson, ceduti poi nel 2024 al 50% - sempre a Sony - per altri 600 milioni di dollari, un’operazione che la madre dell’artista, Katherine Jackson, ha tentato senza riuscirvi di bloccare in tribunale.

Quando la memoria si trasforma in monetizzazione

La classifica di Forbes rispecchia un trend ormai consolidato: la valorizzazione postuma delle opere musicali è diventata una vera asset class. Sempre più patrimoni artistici vengono gestiti come imprese, attraverso strategie di lungo periodo basate su diritti, merchandising e produzioni multimediali. Il caso Jackson è emblematico: il suo legacy management funziona come una major indipendente, in grado di generare valore costante attraverso una pianificazione ventennale. La memoria artistica, oggi, è un prodotto scalabile. La musica “vecchia” offre più stabilità e rendimenti più prevedibili rispetto alle nuove produzioni, perché ha già superato la prova del tempo e del mercato.

L’eternità come modello di business

Viviamo nell’era della cultura dell’eternità, dove la morte non interrompe la carriera... ma la prolunga attribuendole nuove forme. Le icone del passato vengono “riattivate” per il pubblico contemporaneo: non solo attraverso ristampe o biopic ma come veri e propri brand globali. Il corpo muore, il catalogo no. E il mercato lo sa bene... oh se lo sa!

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