lunedì 25 luglio 2011

Missione compiuta



La misteriosa scomparsa di Robert Johnson del quale si narra un patto diabolico con il Maligno in cambio della sua abilità chitarristica, il soffocamento di Jimi Hendrix nel suo appartamento al Samarkand Hotel, la scomparsa di Jim Morrison mai del tutto chiarita, la fatale overdose di Janis Joplin in un motel a Hollywood, l'annegamento di Brian Jones dei Rolling Stones nella piscina di casa, il suicidio di Kurt Cobain nel suo garage e ora AmyWinehouse. In comune hanno alcune cose: la vita di eccessi nell'ambiente musicale, la fama e una triste coincidenza. Tutti sono morti a 27 anni. Un numero particolare perchè, oltre ad essere il cosiddetto “cubo perfetto” (3 alla terza), rappresenta il numero di punti di tutte le palline nel biliardo all'americana e nella smorfia simboleggia il distacco. Dal punto di vista numerologico rappresenta i desideri che si avverano quando ormai è troppo tardi, delle proposte di lavoro e di matrimonio quando oramai si è già impegnati, dei numeri del lotto intuiti quando sono già usciti, dei treni perduti, dei sentimenti gettati al vento. Leggendo ora queste spiegazioni sembrerebbero perfette per la cantante londinese e per la sua rapida parabola autodistruttiva.
Per lei l'esperienza musicale comincia a 10 anni con un gruppetto rap amatoriale. A 13, in perfetto stile rock'n'roll viene espulsa da una scuola di teatro che frequentava per un piercing al naso, il primo della sua lunga collezione. L'anno seguente riceve in dono la sua prima chitarra ma sarà solo a 16 anni che comincerà a cantare come professionista, firmando un regolare contratto. “Frank”, l'album di debutto, viene accolto molto bene, riceve due dischi di platino e vende 1 milione e mezzo di copie. La sua voce viene immediatamente paragonata, forse con qualche eccesso tipico dei giornalisti musicali, ad una versione bianca di Macy Gray e Sarah Vaughan. Nel 2006 il secondo disco “Back to black” la consacra a livello mondiale, aggiudicandosi ben 5 Grammy Awards; il profetico singolo “Rehab diviene un vero e proprio tormentone. La canzone parla del suo rifiuto di disintossicarsi dall'alcol e dalla droga. In queste ore – come spesso accade quando scompare una star – i download su iTunes di questo album sono immediatamente schizzati al primo posto, confermando l'irrefrenabile necrofilia del pubblico subito dopo la scomparsa di una star della musica.
Rimane un nuovo album in avanzato stato di realizzazione – a giudicare dalle dichiarazioni del padre – e il desiderio di tornare sui palchi di tutto il mondo in un tour che non si realizzerà mai più.
Subito dopo la notizia della sua morte migliaia sono stati i messaggi di cordoglio da parte dei fan della cantante lasciati nei vari social-network e sotto la sua casa. La notizia in un attimo ha raggiunto e scosso l'intero mondo dello spettacolo. Dal regista Francis Ford Coppola a Demi Moore, da Rob Thomas a Mark Ronson, Twitter e gli eventi hanno lasciato spazio al suo ricordo, senza evitare anche qualche nota polemica. In una intervista Coppola ha affermato: "Ora che è morta, la gente apprezzerà il suo lavoro. Perché aveva davvero talento". Critico il tweet di Rob Thomas: "In molti stanno dicendo che c'era da aspettarselo. E' triste. Spero abbiate più compassione per i vostri amici". Sophia Bush commenta: "E' così triste. A tutti coloro che lottano contro le dipendenze dico: vi prego, fatevi curare". Zucchero le ha dedicato il concerto tenuto la sera del 23 luglio 2011 (giorno della sua scomparsa) definendola un'anima fragile
La scomparsa della Winehouse (qui un suo show tedesco del 2007) non si può dire che abbia sorpreso più di tanto il mondo della musica, in verità era già stata scritta in precedenza. Nel videoclip di "Back to black" (foto qui sopra) simbolicamente partecipa al suo funerale e la cosa adesso appare piuttosto sinistra. Personalmente un pochino mi sento in colpa perchè su questo blog l'ho sempre attaccata (qui, qui ed anche qui, facendo un po' il verso al mio caustico maestro Lester Bangs) e, di riflesso, il suo clone Giusy Ferreri, non apprezzando particolarmente le sue doti artistiche ma adesso, vista la turbolenta, pesante esistenza... che la terra ti sia lieve Amy, davvero.



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