mercoledì 3 marzo 2021

Sanremo 2021: lacrime (di sofferenza) e sangue


Breve e telegrafica cronistoria della prima serata di Sanremo 2021. Parte la gara della Nuove Proposte. Sul palco salgono GAUDIANO: un po' Tiziano Ferro. FAGGI: un po' Arisa degli esordi AVINCOLA; un po' Tricarico. FOLCAST: un po' Mengoni ma il brano non è male, il migliore del lotto. Per il televoto accedono alla semifinale di venerdì Folcast e Gaudiano, tutto sommato giusto.

Diodato ci riporta all'anno scorso, senza pandemia e con qualche bella canzone in più. Una stecca gliela perdono volentieri, visto il contesto.

Alle 22:00 comincia (era ora...) la gara. ARISA: in sintonia con la canzone, anche lei poteva fare di più. L'intro della canzone scitta da Gigi D'Alessio è ugualissima a "Il regalo più grande" di Ferro: beccato il primo plagio! COLAPESCE e DIMARTINO: vestiti in tinta pastello, non capisco perchè cantano in due all'unisono. AIELLO: un nome da congezione di spaghetti, urlacci sparsi e parole incomprensibili. FEDEZ e MICHIELIN: simbolo vivente del barbaro gusto musicale dei giovani d'oggi.

Loredana Bertè con la classica minigonna d'ordinanza, sembra una fata turchina rivista e corretta da Tim Burton. iconiche le canzoni del medley (massacrate dalla Lory attuale), letteralmente vergognoso il nuovo singolo. 

MAX GAZZE', travestito da Leonardo Da Vinci con la maglia numero 11, accompagnato da una band cartonata nella quale spiccano Jimi Hendrix e Paul McCartney, diverte... ma neanche tantissimo. Dalla sua fantasia mi aspettavo onestamente di più, il brano ricorda altre sue cose passate. NOEMI: finalmente una bella canzone, voce personalissima e graffiante (che peraltro già conoscevamo), lei è davvero padrona del "mestiere" che dimostra con classe e disinvoltura. Senza dubbio la cosa migliore della prima serata. Se il festival si chiudesse qui, lei dovrebbe essere la vincitrice.

Achille Lauro, in ritardo di qualche decennio.  Con la scusa dell'omaggio al glam, copre una totale povertà d'idee. Imparasse anche a cantare in italiano e non con quell'insopportabile accento da coatto: sembra uscito dalla serie tv "Suburra"! 

MADAME, la più giovane in gara con una sicurezza e una tenuta di palco da fare invidia, con una canzone che necessità di più ascolti. Pieni nudi: omaggio a Sandie ShawMANESKIN, clowneschi ed insipidi, brano infarcito di banalità e qualche volgarità che - secondo loro - fa molto rock'n'roll. GHEMON, venature soul, pezzo musicalmente carino e stiloso. COMA_COSE, coppia artistica e nella vita, con un pezzo che funziona, fischiettabilissimo. Si piazzano di sicuro. ANNALISA, molto sexy ma la canzone è una classica lagna sanremese; al termine risulterà prima secondo la giuria demoscopica. 

FRANCESCO RENGA: banale come un ghiacciolo al limone in un caldo pomeriggio d'agosto.

FASMA: rispetta la quota autotune che purtroppo ha segnato questi ultimi anni di barbarie musicali.

Considerazione finale, prima di addormentarmi: Sanremo persiste nel non rappresentare la nuova creatività italiana nella musica e nello spettacolo, nei testi e nelle scelte musicali. Ci sentiamo domani.




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