martedì 7 aprile 2020

Nick Cave dice NO allo streaming


Per Nick Cave, a differenza di molti suoi colleghi, niente dirette casalinghe. Il leader dei Bad Seeds, attraverso il suo sito, chiarisce bene il suo punto di vista: "È tempo di riflettere sul nostro ruolo di artisti". Un atteggiamento decisamente controcorrente rispetto alla maggior parte del settore musicale che sta mantenendo saldo il legame con i fan attraverso dirette streaming e video, siano esse di contenuto sonoro o solamente scambi di chiacchiere. Nick Cave che, come tanti altri, si è visto costretto ad annullare il suo tour a supporto di “Ghosteen” (che sarebbe passato anche qui da noi per due attesissime date), non ha annunciato alcun concerto in diretta. Da parecchio tempo il suo sito Red Hand Files è il mezzo principe per comunicare con lui, attraverso il quale Cave risponde alle domande che gli vengono poste dagli utenti. Riassumendo parecchi quesiti di fan diversi che gli chiedevano cosa avrebbe fatto in questo periodo, ha puntualizzato: "La mia risposta alle crisi è sempre stata creare. Questo istinto mi ha salvato diverse volte. Quando le cose andavano male facevo un tour o scrivevo un libro o facevo un disco, mi nascondevo nel lavoro e cercavo di stare un passo avanti a qualsiasi cosa mi stesse perseguitando. Ho discusso con la band su come muoversi in questo momento difficile, considerando ipotesi come una performance solista da casa, un album dell’isolamento, un diario online, una sceneggiatura di un film apocalittico, una playlist della pandemia su Spotify, iniziare un club di lettura online, rispondere dal vivo alle domande di Red Hand Files, trasmettere un tutorial sulla composizione delle canzoni o un programma di cucina”. 

Alla fine, però, niente di tutto questo ha convinto Nick che è arrivato ad una diversa conclusione, considerando che “siamo diventati testimoni di una catastrofe” e che “quando alla fine usciremo da questo momento avremo scoperto cose sui nostri leader, i nostri sistemi sociali, i nostri amici, i nostri nemici e, più importante di tutto, su noi stessi”. “Per me non è il momento di seppellirmi negli impegni del lavoro creativo” conclude “questo è il momento di farsi da parte e usare questa opportunità per riflettere su quale esattamente sia la nostra funzione. Che cosa, come artisti, siamo qui a fare”.

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