Una delle caratteristiche della società nella quale viviamo è la presenza di un diffuso atteggiamento consumistico e di una precisa tendenza a stimolare in ogni modo il comportamento d’acquisto, spesso alimentando "falsi bisogni" che hanno gradualmente trasformato il "possesso del prodotto" in una vera e propria fonte di felicità, in uno strumento per costruire un'identità sociale accettata e gradita, considerando lo shopping persino una tecnica per scaricare le tensioni di una giornata difficile!
Una conseguenza di questa condizione sociale generale è rappresentata dall’estrema difficoltà a segnare il confine tra "acquisto normale" e "
patologia dell’acquisto"; pertanto i fenomeni di acquisto compulsivo, come la "sindrome da shopping", rappresentano spesso il risultato dell’intreccio tra una manifestazione del disagio individuale e uno stile di vita proposto, alimentato ed esaltato ad arte, in una società in cui si consolida sempre più l’acquisto del superfluo.
Pur essendo pienamente consapevole di queste dinamica (lo scrivo pure sul mio blog!) non riesco a smettere di acquistare i miei amati cd anche se, negli ultimi mesi, per evitare un totale dissesto finanziario... mi rivolgo sempre più ad offerte ed usato! Come "Non si può smettere di fumare" cantata da Ricky Gianco nel 1981... io dico che non si può smettere di accumulare compact disc!
Tornando alla teoria, la scelta degli articoli da acquistare spesso risponde ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire dall’esterno la propria identità, attraverso la "proprietà" in generale o la "proprietà specifica" di alcuni oggetti, individualmente o socialmente considerati come l’espressione di qualche qualità positiva e vincente. Qui risiederebbe la motivazione dell'acquisto di automobili o strumenti altamente tecnologici per i maschi (simbolo di prestigio sociale o, comunque, riconducibili ai loro sogni professionali o sociali più alti e illusori.), vestiti, oggetti e strumenti di bellezza per le donne. E con i cd come la mettiamo?!? Forse... stanno a simboleggiare la mia frustrazione per non essere riuscito a
lavorare nel settore musicale!
Una conferma della connotazione simbolica che spesso può assumere l’acquisto deriva da alcuni studi sulle tipologie di spese effettuate dagli individui affetti da sindrome da shopping; il valore simbolico si evidenzia soprattutto quando esiste una ripetitività dell’acquisto di un certo tipo di prodotti, che vengono comprati come se si fosse alla ricerca di importanti pezzi mancanti di un puzzle interiore da completare: il famoso "completismo" del musicofilo! Devo avere tutto di quel dato artista... anche quel 45 giri nel quale compare ai cori sul lato B...
Che cosa si può fare? Come ci si leva la scimmia dalla spalla? Come si esce dal tunnel? Alcuni studiosi suggeriscono un training di rilassamento che si può rivelare un ottimo punto di partenza per cominciare a gestire il problema, diminuendone la frequenza. Sempre secondo gli esperti (che, a mio giudizio, non hanno mai provato l'ebrezza del rock, altrimenti rimarrebbero silenti) una terapia efficace deve facilitare un controllo sempre maggiore dei propri impulsi, instaurando gradualmente una nuova modalità di effettuare acquisti, caratterizzata dalla capacità di limitare il budget di compere periodiche e dalla possibilità di uscire per negozi, ispezionando prodotti senza necessariamente portarseli a casa. Eh già... il classico "guardare e non toccare", inzuppando le dita nella Nutella e vincere stoicamente la tentazione di leccarsele!!!
Dopo aver seriamente riflettutto su tutto questo, ho deciso di fare un salto in Via Torino da FNAC, scoprendo ottime opportunità per indurre in me nuovi bisogni:
Una raccolta di 18 classici degli
Strawbs a
4,00 Euro!
Ma mi dite come si fa a resistere?!?
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