mercoledì 22 marzo 2023

Torna la truffa del rock'n'roll


D'Alessandro e Galli portano al Lucca Summer Festival i Generation Sex, il supergruppo che mette insieme Billy Idol e Tony James dei Generation X e Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols, due gruppi simbolo del punk!

La lezione di Malcolm McLaren ha fatto davvero scuola...

Rocco vs Bob: io sto con Rocco!


Sto seguendo con grande divertimento la querelle inescata da un post di Rocco Tanica (degli Elio E Le Storie Tese) , in merito al divieto - imposto da Bob Dylan - dell'utilizzo degli smartphone durante i suoi prossimi concerti italiani, definiti come un aggeggio di Satana! Il menestrello di Duluth si pone, quindi, in netta contrapposizione con la cosiddetta "generazione Z": niente foto o video. Una scelta che può sembrare sensata e ragionevole… certo, se sei Beethoven. Ma Mister Zimmermann dovrebbe parlare alle nuove generazioni (che usano i telefoni come vera e propria estensione del loro braccio) e non essere il prete in Chiesa che ti intima di abbassare la suoneria. Quei giovani che rappresentarono la sua fortuna ai tempi, "scaldati" dalla spinta rivoluzionaria delle tue canzoni. Gli stessi ai quali dovrebbe parlare oggi - Dio sa quanto ce ne sarebbe bisogno - ma che non sono in grado di permettersi il biglietto di un suo concerto.

Non è mai stato "Mister Simpatia"...

Già ai tempi dell'assegnazione del premio Nobel, Bob si fece desiderare. Per fortuna, in quella occasione ci fu Patti Smith a cantare la sua A hard rain's a-gonna fall. Vogliamo poi parlare del suo libro in edizione limitata sulla filosofia della canzone, venduto a 600 dollari a copia, solo perché autografato?!? Salvo poi scoprire che la firma non era di suo pungo ma stampata! Un artista grandissimo, di straordinario valore musicale e sociale ma antipatico, sul palco e fuori.

Il vergognoso gabello dei 5 euro

La scelta di vietare i telefonini è assolutamente priva di qualsiasi significato tecnico. Se il problema sono i contenuti digitali che finiranno liberamente in rete... credo che Dylan possa permettersi di perdere pure qualche centesimo, visto la montagna di soldi guadagnati in carriera. In compenso... per tenere in custodia i telefoni ai suoi concerti ogni spettatore dovrà pagare 5 euro per il servizio. Non era lui che cantava All the money you make will never buy back your soul?!?

La condivisione di un'esperienza

Io trovo che portarsi a casa un ricordo di un'esperienza come quella di un concerto di un'icona come lui, debba contemplare anche il diritto di realizzare un personale ricordo materiale, da postare magari su Facebook o in una story di Instagram. Le belle esperienze non vanno solo ostentate ma si possono condividere con piacere per accrescerne il senso, per renderle comuni, per poterne parlare ed essere capiti. È come andare a visitare una città e non scattare delle foto; io non lo faccio mai! Perchè mai Dylan deve imporre al pubblico pagante come vivere intimamente il momento di un suo concerto? Considerando anche il fatto che - battuta di Tanica a parte - la versione live odierna del Nostro può generare fastidiosissimi effetti collaterali...


lunedì 20 marzo 2023

Ciao Bush..



Sabato scorso è stato l'ultimo giorno di vita del negozio di dischi Buscemi, uno dei più belli d'Italia. In quei locali, che hanno rappresentato la seconda vita del marchio così caro ai musicofili all'omnra della Madonnina, ora sembra che si installerà una scuola per parrucchieri. La vanità della bellezza vince sul potere della cultura.

Quanti sabati pomeriggio ho trascorso da Buscemi, con i cari amici Danilo Benolli e Angelo Mapelli: prima un caffè al bar Magenta, in attesa dell'apertura e poi ci fiondavano letteralmente all'interno, restandoci a volte anche per ore. Quando alcune settimane fa ho appreso la triste notizia, è stato come rivedere una scena importante del film della mia vita, una pellicola dotato di una ricchissima colonna sonora: dal rock al progressive, dal jazz alla miglior canzone d'autore, dal blues alla musica brasiliana. Quanta musica che mi ha riempito il cuore, quanti incontri ricchi di umanità, quanta bella gente! Quanti soldi spesi... ma quanta gioia, quanta cultura! E quanti ricordi: c'era, tanto per citarne uno, quel tizio attempato che si preoccupava sempre di chiedere al commesso di turno se i CD in vendita fossero originali o "pastorizzati", lo stesso che una volta mi chiese  se era più bello The Hurdy Gurdy Man di Donovan o Second's Out dei Genesis! Poi il competente personale di bordo, tra i quali voglio citare "Ciuffo", grande amante dei The Cramps e raffinato fratello feticista.

"Ciuffo" è quello a destra della foto, in mezzo Mario Buscemi

Credo che la particolarità principale di questo negozio sia stata il fatto di essere riuscito a creare un' appassionata community, molto prima dei social network. Si andava da "Bush" - con gli amici lo chiamavamo così - non solo per comprare (o per ascoltare, c’era sempre qualche disco che girava, che a volte ha condizionato anche qualche mio acquisto "di getto") ma soprattutto per stare insieme, conoscersi, condividere giudizi e consigli. A un certo punto si erano formati dei gruppi che si trovavano in giorni fissi, come il famoso capannello dei jazzofili del sabato mattina, formato da diversi veterani e raffinati conoscitori che raccontavano agli altri i primi tempi eroici di questa musica a Milano. Io, da ragazzo, li stavo ad ascoltare senza avere il coraggio di intromettermi nelle loro dotte dissertazioni, per paura di mostrare la mia poco conoscenza jazzistica di allora. Di tempo ne sarebbe trascorso prima che anch'io potessi impadronirmi e maneggiare con consapevolezza quello straordinario patrimonio, al quale mi aveva iniziato mio padre con i primi E.P. d'importazione di Gerry Mulligan e Miles Davis. Poi c'erano gli appassionati di rock del sabato pomeriggio, collezionisti onnivori alla perenne ricerca di "prede" per saziare la loro fame di conoscenza. Come il sottoscritto che, da quei pomeriggi, non è mai uscito - e sottolineo con orgoglio MAI - a mani vuote.

Gli ultimi acquisti di un "reduce sonico"

Ho assistito a tante chiusure dei negozi che frequentavo: New Kary, Disco Club, Transex, Supporti Fonografici, Rasputin, Bonaparte, Fnac... ma Buscemi aveva un posto particolare nel mio cuore. Oltre naturalmente a Bigi (che distava pochi passi), nel quale con Danilo e Angelo avevo il privilegio di entrare, ogni volta, mezz'ora prima dell'apertura, per goderci le novità arrivate prima degli altri. Basti pensare che, nella piazzola antistante la sede storica di Buscemi, ho incontrato per la prima volta mia moglie, dopo aver acquistato - me lo ricordo ancora - il CD di Gone To Earth di David Sylvian!

Invecchiando si diventa irrimediabilmente sentimentali, quindi venerdì scorso mi sono recato in negozio per l'ultimo saluto. Vedere quegli scaffali semivuoti mi ha fatto venire una stretta al cuore... anche se sono riuscito a trovare ancora qualcosina da acquistare! Ho ritenuto che si trattasse di un atto dovuto. 

In seguito ho saputo che sabato il negozio era pieno di gente per l'ultimo addio, the last goodbye... come canterebbe in maniera appropriata Jeff Buckley. Io ho scelto di non esserci, intendendo conservarne il ricordo dei tempi migliori. Come faceva quel pezzo di Guccini? "Voglio però ricordarti com'eri / pensare che ancora vivi...". Ecco, sì... ti ricorderò così, come un vecchio amore di gioventù che, nei pensieri più intimi, non invecchia mai. 

Ciao Bush...

Vasco, c'hai figu?


Dopo l’annuncio ufficiale è attesa, per domani, l'uscita in edicola dell'album delle card dedicato a Vasco Rossi. La collection avrà una prima tiratura limitata e si prevede il tutto esaurito. Vasco - è opportuno sottolinearlo - è l’unico artista a cui è dedicato un album ufficiale di card.

L’album Vasco Kom Collection racconta in 150 immagini ufficiali i 45 anni di carriera del Blasco: tutta la discografia e i live di Vasco. In ogni album una bustina contenente 7 card con le speciali metallizzate e le rare olografiche in edizione limitata. Inoltre con le bustine è possibile partecipare al concorso per vincere i biglietti delle prossime date live. Si tratta di una produzione made in Modena con immagini iconiche e inedite della rockstar. 

Morale della favola: quando l'ispirazione artistica si esaurisce... il marketing corre in soccorso!

lunedì 6 marzo 2023

Ciao Wayne...


Più che Sonar,  il titolo più opportuno per quest blog dovrebbe essere... Funeral! Anche il grandissimo sassofonista Wayne Shorter, considerato (a ragione) uno dei più grandi compositori di jazz degli Stati Uniti, è morto a Los Angeles a 89 anni. La sua influenza sul jazz è durata più di mezzo secolo ed era considerato, come ha scritto il New York Times nel suo necrologio, "innovatore", "intrepido" ed "enigmatico".

Uno spirito visionario ed innovatore

Quando si dice "una leggenda del jazz"... di quel genere che aveva abbracciato negli anni '50 dopo gli esordi come clarinettista. "Compositore visionario, sassofonista, artista visivo, devoto buddista, marito, padre e nonno affettuoso Wayne Shorter ha intrapreso un nuovo viaggio, di nuove sfide e possibilità creative", ha scritto la sua agente Alysse Kingsley, definendolo "uno spirito gentile in costante esplorazione". 

Suonò anche con il "divino" Miles

Sassofonista tenore, ha esordito nel 1959 quando si unì alla band del batterista Art Blakey, i Jazz Messengers, sia come sassofonista che come compositore, e qualche anno dopo entrò a far parte del secondo quintetto di Miles Davis. Quello con Herbie Hancock al pianoforte, il contrabbassista Ron Carter e il batterista Tony Williams.

Con Miles Davis

Il ricordo di Herbie Hancock

Hancock, poco dopo la scomparsa dell'amico e collega, ha dichiarato: "Lo scrittore per eccellenza per me, in quel gruppo, era Wayne Shorter. Era un maestro. E' stata una delle poche persone a portare a Davis della musica che non ha cambiato. "E' stato il mio migliore amico, era pronto per la sua rinascita. Come ogni essere umano, sarà insostituibile e come sassofonista, compositore è stato in grado di raggiungere l'apice dell'eccellenza".

Plurivincitore di Grammy

Sue composizioni come Speak No Evil, Black Nile, Footprints e Nefertiti sono considerati dei classici del jazz moderno, che hanno contribuito ad ampliare gli orizzonti armonici del genere. Shorter vanta più di 25 album in carriera, con la vittoria di ben 12 Grammy Awards. Nel 2015 gli era stato conferito il Grammy alla carriera, mentre il mese scorso ne ha vinto uno nella categoria del miglior assolo jazz improvvisato per Endangered Species con Leo Genovese. 

venerdì 3 marzo 2023

Il John Lydon che non t'aspetti



Ho sempre apprezzato i Public Image Ltd. di John Lydon (ex Rotten), da lui fondati assieme al chitarrista Keith Levene (scomparso pochi mesi orsono, che vantava un breve passato come componente dei Clash) e al bassista Jah Wobble. Un sound particolare il loro, post-punk con contaminazioni psichedeliche, dub, world e tribal, del tutto inedito per quando uscì e che risulterà di consistente influenza sulla musica degli anni successivi.

Di prossima pubblicazione il loro nuovo disco, intitolato End of the World, il successore di What The World Needs Now… uscito nel 2015. Per il momento online è disponibile lo streaming di un nuovo brano intitolato Hawaii, le cui sonorità risultano davvero inconsuete per i PIL, composto per avanzare la propria candidatura come rappresentante dell’Irlanda al prossimo Eurovision Song Contest 2023. Anche il cantato di Lydon appare molto meno ieratico ed allucinato. Una cosa sola rimane fedele allo spirito iniziale: la solita, orrenda copertina!

 

Per alcuni, la partecipazione dell’uomo di God Save The Queen all’eurobaracconata sarebbe una delle sue solite provocazioni, per altri l’ennesima prova del fatto che Lydon sia ormai un venduto. Invece, tutto sommato, è una di quelle cose che ci si può aspettare da uno che si è sempre gettato con entusiasmo nella cultura pop del suo tempo, a volte arrivando perfino ad influenzarla.

La canzone Hawaii parla di John e di sua moglie Nora (malata di Alzheimer), anche se non si tratta di una ballad zuccherosa. È un pezzo singolare, una canzone senile sulla vita e l’amore. Emotivamente struggente, pare la cartolina d’una vacanza alle Isole Hawaii, e in parte lo è. Ma possiede il tono sognante di chi evoca un ricordo dolce e allo stesso tempo quello arreso di chi canta la vita che, irrimediabilmente, sfugge. Ma con tenerezza... come in Caruso di Lucio Dalla: "Ma sì, è la vita che finisce / Ma lui non ci pensò poi tanto / Anzi si sentiva già felice / E ricominciò il suo canto".

In Hawaii si galleggia sulle onde al cui centro ci sono la memoria e l’idea di esserci, qui e ora, aspetti assolutamente fondamentali quando si parla d’una persona affetta da Alzheimer. L’amore come ultima barriera che separa dalla morte. «È dedicata a chiunque stia attraversando un periodo difficile con la persona a cui tiene di più», ha scritto Lydon nel presentarla. «Porta anche un messaggio di speranza: alla fine l’amore vince su ogni cosa». Chi l’avrebbe mai detto che il protagonista dell’ultima grande storia d’amore rock sarebbe stato il clownesco, irriverente e cinico John Lydon, il giullare del post punk? 

Sarebbe divertente: il sanremese Marco Mengoni contro i PIL, un duello fino a qualche anno fa impensabile. Inutile dire per chi parteggerei...

martedì 21 febbraio 2023

Alberto... goodbye


Volutamente in ritardo (non amo fare parte dei "necrologisti istantanei", che pullulano soprattutto sui social), voglio lasciare anch'io un ricordo dedicato ad un musicista che amo molto: Alberto Radius. Folgorato da ragazzo per quel riff inconfondibilmente hendrixiano di "Eppur mi son scordato di te", ho imparato nel tempo ad apprezzarne le qualità di autore, produttore e pure cantante, dal timbro e dallo stile molto particolari.

Sostituì Mussida nell'embrione della PFM

In pochi sanno che, causa servizio militare di Franco Mussida, Radius - trasferitosi nel frattempo a Milano dalla sua Roma -  entrò nei Quelli (l'ebrione della futura PFM), incidendo le prime canzoni e sviluppando il suo personale modo di suonare la chitarra. Col congedo di Mussida, Radius lascia la formazione e, su suggerimento dell'impresario Franco Mamone, fonda la Formula 3. Poi l'incontro con Battisti che lancerà il terzetto anche a livello discografico, i due album dal sound mediterraneo con Il Volo (il terzetto tenorile non c'entra nulla...) e alcuni dischi solisti di pregio.

Il mio disco preferito

Personalmente, quello che ho amato di più è stato il suo quarto disco da solista, "America Goodbye", uscito nel 1979. Mi ricordo che lo acquistai in audiocassetta, letteralmente consumata durante l'estate al mare! Otto tracce nelle quali spiccava la sezione ritmica, formata da Julius Farmer al basso e Tullio De Piscopo alla batteria, oltre alle tastiere di Sante Palumbo. Una sorta di concept album per raccontare una nazione perduta e perdente, con un velo impietosamente alzato per scoprirne il volto meno spendibile. Un attacco preciso alle radici del sogno americano, compiuto con romantico cinismo, attraverso personaggi e cene di vita quotidiana, piccole vicende umane e miti in cui l'America diventa l'occasione per sottolineare ingiustizie e miserie. I testi sono a firma di due grandi parolieri del pop italiano, Daniele Pace e Oscar Avogadro, già autori per Radius con "Nel Ghetto". Musicalmente lo si può definire uno strano connubio tra prog fusion, però tradotta in formato canzone (vedasi l'uso del minimoog), e ultimi ritrovati tecnologici (i drum pad Synare utilizzati da De Piscopo, che avevano caratterizzato il suono di band come Devo e Yellow Magic Orchestra), con bassi rotondi - Farmer era uno strumentista preciso e di grande gusto - che accompagnavano la voce screziata ed imbevuta di una rabbia appena sfumata. 

Alberto... goodbye.

giovedì 9 febbraio 2023

Ciao Burt...


E' morto nella sua casa di Los Angeles il leggendario pianista, compositore e produttore discografico Burt Bacharach. Discendente da una famiglia di ebrei tedeschi, era nato 94 anni fa a Kansas City ed aveva esordito negli anni '50 nella band che accompagnava Marlene Dietrich. 

Aretha era la sua musa

Autore di brani di successo come "Say a little prayer to me" e "Raindrops keep falling on my head", le sue canzoni sono state cantate da Dionne Warwick, la sua interprete preferita, ma anche da Aretha Franklin, Frank Sinatra e i Beatles. In carriera ha vinto sei Grammy e tre Oscar.

Un cofanetto imperdibile

Neanche a farlo apposta, poco meno di un mese fa era stata annunciata l'uscita di un succulento cofanetto (previsto per il prossimo 3 marzo),"The Songs of Bacharach & Costello", che raccoglie il lavoro da lui realizzato insieme a Elvis Costello, nel corso della loro venticinquennale collaborazione. Un box che set include tutto il materiale realizzato insieme dai due artisti, rimasterizzato, oltre ad altri duetti, materiale inedito e registrazioni dal vivo. La pubblicazione sarà disponibile anche in versione super deluxe da 4 CD o 2 LP contenente rare fotografie, appunti sulle sessioni e un saggio a firma di Costello che ripercorre il lavoro sviluppato con Bacharach.


Una collaborazione iniziata nel 1995

I due cominciarono a lavorare insieme nel 1995 e tre anni più tardi diedero alle stampe l'album "Painted From Memory" che, tra le altre cose, include il brano "I Still Have That Other Girl" vincitore di un Grammy Award come "Best Pop Collaboration with Vocals". Tra il materiale inedito di "The Songs of Bacharach & Costello", è incluso un disco intitolato "Taken From Life", che contiene brani realizzati per un adattamento teatrale del disco del 1998. 


Scherziamoci su che è meglio


Come ho scritto nel pezzo uscito stamattina su MusicalNews (leggilo qui), la serata di ieri è stata "salvata" dai tre "padri fondatori" Al Bano, Morandi e Ranieri. Di tutto il resto rimangono pochissime canzoni salvabili e tanto pattume.

Io, nel frattempo, mi diletto con qualche acrostico, pratica che i lettori più attenti di Sonar conoscono fra le mie preferite:







mercoledì 8 febbraio 2023

Frullato sanremese


Partendo dal presupposto che trattasi sempre e solo di canzoni (anche se Roberto Benigni ne ha perfettamente tratteggiato un incantevole elogio nel suo monologo iniziale), il mio personale giudizio sulla prima serata assolve ben poco. 

I "buoni" (sui "cattivi" stendiamo il pietoso velo)

Innanzitutto il brano di Gianluca Grignani, un loser perfetto con una canzone drammatica ed energica che mi ha emozionato, forse perchè anche io ho perso un padre e le sue parole mi hanno realmente "toccato". Sua la frase più bella fra tutti i testi: "Non fare accordi con i ricordi / quando ti manca il fiato". Il finale del brano sembra uscito da "Quadrophenia" dei The Who!

Poi Elodie, intonatissima come poche, in grado di passare dal falsetto alla voce piena come bere un bicchier d'acqua. Perfetta nel suo ruolo da icona pop.

Marco Mengoni ha offerto una prestazione all'altezza delle sue capacità, con un brano sartoriale confezionato  sulle sue misure.  Bello il look alla Elvis del Comeback Special '68.

I Coma_Cose, carini e piacevoli. Idem dicasi di Ariete, con una storia lgbt di gente comune, peccato solo che strascichi le parole... ma è la tendenza imperante. Il suo brano, dal punto di vista strutturale, ha qualche analogia con "Brividi" dello scorso anno.

La tanto attesa Anna Oxa è indubbiamente una diva, anche se qualcosa in bocca impedisce di capire le parole del testo. Da lei ci si aspetta un maggiore controllo della voce, anche se il brano - che potrebbe essere utilizzabile per il prossimo film di James Bond, impreziosito da qualche suggestione che rimanda ai canti dei nativi americani - è ben costruito.

Frullato sanremese

Tutto il resto finisce in un frullatore a velocità massima. Quello che ne esce è una poltiglia indefinibile, che poco o nulla ha che fare con la musica, quella bella. Neanche il gesto "punk" di Blanco riesce a svegliare la serata dall'eterno torpore nella quale è caduta da diversi anni. Poi, se qualcuno insiste a sostenere che questa del 2023 si tratterà di un'edizione memorabile... faccia pure. La narrazione di questo festival è già stata scritta da mesi, con buona pace degli sponsor e della Rai.

Due domande per chiudere

1) Il Presidente Mattarella ha resistito fino all'ultimo o meno? 2) Come ha presa l'Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani la performance di Blanco?






martedì 7 febbraio 2023

Professionismo Rai


Domenica scorsa durante il programma Domenica In la "zia" Mara Venier si stupisce non poco quando le dicono che Anna Oxa è stata sposata con Gianni Belleno dei New Trolls, presente in studio insieme a Nico Di Palo. "Tu sei stato fidanzato con la Oxa, vero?" dice Mara e Belleno simpaticamente le risponde "Ho due figli...", mentre la Venier continua ad esibire una faccia da punto interrogativo: "Ah, ma allora sei stato più che fidanzato..." insiste lei.

Il siparietto comico prosegue con un botta-e-risposta da antologia:

Belleno: "D'altronde due figli non sono mica venuti dai funghi...". Venier: "Ma va? Due figli?!? Ma come ha fatto la Oxa ad innamorarsi di te?"

Belleno: "In realtà sono tre, c'è Mamo che è il più grande...", indicando il palco dove gli Of New Trolls si sono appena esibiti

Venier: "Che è qui?!?"

Belleno: "E' quello che suona con noi..."

Venier: "Ma daiii..."

A quel punto la Venier, in totale stato confusionale, mette la parola fine alla questione affermando: "D'altronde io ci ho già dei problemi miei, non è che me vado ad impiccià dei figli degli altri...". Una battuta degna di un film di Bombolo e Enzo Cannavale!

COMPLIMENTI ALLA ZIA E AGLI AUTORI DI DOMENICA IN!!!

Su MusicalNews i commenti di 5 esperti alla kermesse sanremese


Da domani, sullo storico portale Musicalnews, 5 diversi professionisti della musica proporranno il loro personale commento ad altrettante serate del Festival di Sanremo, giunto alla 73a edizione. Un'iniziativa che già lo scorso anno aveva riscosso il gradimento della rete e che viene riproposta, con una squadra di giornalisti ed operatori del settore musicale molto eterogenea.

Su MusicalNews i commenti di 5 esperti alla kermesse sanremese

Ad aprire le danze la genovese Stefania Schintu, ufficio stampa di festival musicali (come l‘Eclectic Estival di Torino a Settembre), a seguire il sottoscritto che commenterà la seconda serata. Poi il fondatore e discografico della etichetta Soter e personal manager di cantanti Salvatore De Falco, il fiorentin/lucano Giancarlo Passarella, presidente di Ululati dall’Underground fan club and fanzine meeting of Italy, per chiudere con il buon Antonio Ranalli, laureatosi con una tesi sui fan club storici italiani, come quello dei Nomadi, Dire Straits e Marylin Manson.


In ordine di apparizione stasera

Da parte mia, come di consuetudine e fedele al nomignolo di "Lester Bangs dell'hinterland milanese"... non farò sconti a nessuno, sperando che - durante la settimana - capiti qualcosa di davvero meritevole d'attenzione, in grado di "sparigliare le carte"! Nel frattempo ecco l'ordine di apparizione dei cantanti di stasera:

Anna Oxa

gIANMARIA

Mr Rain

Marco Mengoni

Ariete

Ultimo

Coma_Cose

Elodie

Leo Gassmann

Cugini di Campagna

Gianluca Grignani

Olly

Colla Zio

Mara Sattei

I brano li ho personalmente già ascoltati nel preascolto qualche settimana fa... ma non vi dico nulla, lasciandovi la curiosità ed il piacere di scoprirli in diretta. In qualche caso ho patito le classiche "pene dell'inferno", ora tocca a voi affrontare il supplizio.


lunedì 30 gennaio 2023

Il ritorno alla normalità con un sincero... "Ciao come stai"


Il ritorno alla normalità post pandemia passa anche attraverso il piacere di ritrovarsi in un locale per ascoltare buona musica. Ciao come stai, recital della cantautrice pratese Matilde Rosati, vuole simboleggiare proprio questo: il piacere di guardarsi nuovamente occhi negli occhi in presenza, scambiandosi emozioni in musica, fra il palco e la platea.

Il piacere si guardarsi negli occhi

Matilde Rosati torna infatti ad esibirsi presso la Fabbrica in Pedavena della sua città con un rinnovato spettacolo live. Ciao come stai… un saluto abituale che di questi tempi assume un significato particolare, unico. Uno dei modi più usati per aprire una conversazione, spesso una formula di cortesia che non prevede di prestare attenzione alla risposta. E infatti a un “come stai” rispondiamo – spesso distrattamente – “bene”… Ma ci sono delle volte che, se pronunciate a cuore aperto, queste due parole sono in grado di fare dei piccoli miracoli. Specialmente se in coincidenza con un “ritorno alla normalità” post pandemia, segnato – finalmente – da un ritorno alla musica dal vivo.

Il ritorno alla normalità di Matilde Rosati

La serata del 5 febbraio vuole rappresentare un viaggio ideale attraverso brani già editi di sua composizione (prodotti dal premio Oscar Marco Falagiani), uniti ad alcune cover di nomi illustri come Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Paolo Conte e Loredana Bertè, Fabrizio Moro, Brunori SAS, Gabbani, Gualazzi, proponendo una narrazione che veda la musica come voce guida attraverso la sua, in grado di raccontare storie personali e grandi temi sociali, per raccontare e raccontarsi. Sul palco, insieme a lei, Filippo Bicchierai al pianoforte e tastiere, Simone JC alla chitarra acustica e Filippo Firenzuoli alle chitarre jazz ed elettrica.

Sul palco con Cristina Donà e Iskra Menarini

La Rosati arriva da un periodo di intensa attività live, avendo aperto anche i concerti di Cristina Donà e di Iskra Menarini (la vocalist storica di Lucio Dalla), con la quale ha anche duettato. Concreta e ricca di soddisfazioni, inoltre, la sua attività in alcuni contest musicali dalla grande tradizione: in pre-finale al Premio Pierangelo Bertoli e in finale al Premio Mia Martini, ha vinto il premio Miglior Testo alla 15^ edizione di Botteghe d’Autore ad Albanella (SA) con la canzone Ma che fa (Liliana Segre) – ispirata alla testimonianza della Senatrice Segre, sopravvissuta all’Olocausto – aggiudicandosi anche il Premio Lunezia nella sezione Autori di Testo con un brano ancora inedito, Wanda, dedicato ad una vergognosa piaga della nostra società: il femminicidio, aggiudicandosi anche una borsa di studio al CET del Maestro Mogol. Si è inoltre distinta anche in ulteriori manifestazioni di qualità come Una canzone per Amnesty e L’Artista che non c’era.

Pop di grande intensità

Il suo ritorno avviene con un singolo sicuramente più pop, Ciao come stai (prodotto da Marco Falagiani e distribuito dalla LookUP! Music Staff) – che ha fatto da titolo anche al suo tour estivo – e che intende rappresentare un momento particolarmente emozionante. Anche se i toni sono quelli del brano melodico, il sottotesto risulta all’ascolto subito chiaro. Dopo due anni di incertezze, di lontananza, di forzato isolamento e poi, finalmente, della riconciliazione con la socialità più vera, oggi chiedersi vicendevolmente “come stai?” assume un valore ancora più forte, rinnovando il gusto di ritrovarsi e di parlarsi occhi negli occhi.

Il video girato al teatro Politeama

Ciao come stai è anche un videoclip, girato presso la suggestiva location del Teatro Politeama di Prato – luogo al quale Matilde è molto legata – con la regia di Marzio Benelli e la partecipazione dei ballerini Clara Tempestini e Adem Ibrahimi.

Un cold case romagnolo firmato da Niky Marcelli


Un libro che, se fossimo in estate, sarebbe perfetto per il tipico contesto "sotto l'ombrellone", un giallo - che esce per l'editore milanese Santelli - avvincente e ben scritto, che ripropone il personaggio del'Ispettore Capo Anna Bonoli (reintegrata in Polizia di Stato e neo promossa nel ruolo) del distaccamento di Polizia di Cesenatico, già protagonista del fortunato La strega spiaggiata, uscito nel 2019. 

L'inusuale ambientazione a Cesenatico

In La vena Mazzarini lo scenario che fa da sfondo a questa nuova indagine è ancora la Romagna, così cara all'autore, che nella ridente Cesenatico crea l'intreccio partendo dal fortuito rinvenimento di uno scheletro femminile presso l'iconico canale - la Vena Mazzarini, appunto - che taglia a metà gran parte della cittadina, partendo da Porto Canale, disegnato nel 1502 da Leonardo Da Vinci. Un caso che dovrebbe essere di competenza della Scientifica e Squadra Mobile di Forlì, dal quale la Bonoli - carattere caparbio degno di un "Rocco Schiavone al femminile" - non ha però nessuna intenzione di venirne estromessa. Con l'avallo ufficioso del Commissario Luca Zoffoli, responsabile delle indagini e suo ex superiore, si mette subito all'opera. Sfruttando sia il supporto dei colleghi e degli amici di sempre... ma anche attraverso l'aiuto di alcuni nuovi ed inattesi alleati, che le daranno modo di coronare la sua inchiesta parallela, arrivando alla verità.


Una scrittura che coinvolge

Impossibile non provare empatia per la Bonoli soprannominata "la Lince", un poliziotto per certi versi scomodo e assolutamente poco formale, dalla vita disordinata e con una precisa inclinazione per il gin tonic. L'autore Niky Marcelli, pagina dopo pagina, si rivela abile nel tratteggiare le situazioni e le persone che caratterizzano la narrazione, arricchendo una scrittura fluida ed ispirata con una serie di citazioni gustose tra le più disparate: canzoni anni '80, motti latini, annotazioni storiche, rimandi al precedente La strega spiaggiata e simpatiche locuzioni dialettali romagnole che rendono, se possibile, ancora più piacevole la lettura.

Ascolta qui la recente intervista dell'autore su Radio Rai1

venerdì 20 gennaio 2023

Ciao Croz...

L'ultima volta che ho visto David Crosby dal vivo era l'11 settembre 2018, in compagnia di un amico musicista - Toni Melillo - anche lui suo grande estimatore. Fu una serata memorabile, anche se non sapevo che sarebbe stata l'ultima nella quale avrei avuto il privilegio di ascoltarlo dal vivo.

Se vi interessa ascoltare quella splendida serara... scaricatela qui

Ho sempre ritenuto Crosby uno dei più grandi scrittori di canzoni del XX secolo, in compagnai di pochi altri come Paul McCartney, Paul Simon, Elvis Costello e Randy Newman. L'ultimo suo post su Twitter (si può essere social anche a 81 anni!) risale a mercoledì, nel quale celebrava la bellezza di un brano dei Beatles, Eleanor Rigby, perfetto da ascoltare in una giornata di pioggia. Il giorno successivo è arrivato purtroppo l'annuncio della sua morte. Malato da tempo, considerazione che non allevia di certo la tristezza per la sua scomparsa, otto mesi fa aveva messo la parola fine ai concerti: "Sono troppo vecchio per andare oltre. Non ho la forza. Ho registrato molti dischi ma ora a ottant'anni, morirò presto ed è giusto così. 

Due militanze d'eccezione

A pochi giorni dalla scomparsa di Jeff Beck, un altro mio personale mito - ma di certo non solo mio - se ne va, uno che ha scritto davvero la storia del folk rock. Classe 1941, figlio del direttore della fotografia Floyd Crosby (premio Oscar per il film Tabù nel 1931), poco incline agli studi e attratto dalla musica fin da giovanissimo. Dopo alcune prime esperienze da solista e in band folk come i Balladeers, il successo arrivò coi The Byrds: il loro primo singolo, una cover di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, gli garantì un immediato primo posto nelle classifiche americane. Dal carattere vulcanico e cocciuto, Crosby si scontrava presto con gli altri membri del gruppo, che si sciolse nel 1968. Subito dopo avvenne l'incontro con Stephen Stills dei Buffalo Springfield e Graham Nash degli Hollies, con il quale formò il gruppo Crosby, Stills & Nash, il cui omonimo album uscito nel 1968 raccolse diversi dischi di platino e, soprattutto, inaugurò l'era dei super-gruppi musicali. Infine, mi piace ricordare anche i CPR, band nella quale aveva coinvolto il figlio James Raymond.

Il suo ultimo disco dal vivo

Il destino a volte è davvero beffardo, in grado di suggerirci spunti che al momento passano inosservati. Proprio ieri mattina ho ricevuto il suo ultimo disco dal vivo con la Lighthouse Band, formata da tre giovani, talentuosi musicisti che avevo avuto modo di apprezzare anche nella data milanese del 2018 anche se, in quella occasione, supportati dalla "gigantesca" presenza di Jeff Pevar alla chitarra solista. Dopo aver ascoltato questo Live at the Capitol Theatre ho immediatamente pensato al giorno nel quale ci avrebbe lasciato e all'immenso vuoto che avrebbe irrimediabilmente provocato... E' trascorso solo un giorno da quel funesto presagio. Come ebbe a dire Crosby... la vita è giusta così.

La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo (Virginia Woolf)




lunedì 16 gennaio 2023

Mano al portafoglio: arriva un nuovo box dei Genesis

Si intitola BBC Broadcasts, in uscita il 3 marzo. Una raccolta di materiale radiofonico trasmesso alla BBC, curata di persona dal tastierista e co-fondatore del gruppo Tony Banks e dal loro sound engineer e produttore Nick Davis. Il cofanetto prevede 5 CD con 53 tracce e in vinile, su triplo LP, con 24 tracce. Non tutto il materiale è inedito... ma è la prima volta che tutti questi brani vengono pubblicati in vinile e, sempre per la prima volta, la maggior parte del concerto di Wembley del 1987 sarà disponibile in formato audio.

Tre voci per una band seminale

Si tratta del meglio delle registrazioni dei Genesis effettuate per l'emittente inglese tra il 1970 e il 1998 ed includono il contributo dei tre vocalist che si sono alternati nella band, Peter Gabriel, Phil Collins e Ray Wilson, del quale svelai in anteprima per l'Italia il suo ingaggio in diretta nel mio programma su Rock Fm. Corredato da un libretto di 40 pagine e arricchito dalle note bio-discografiche a cura di Michael Hann, BBC Broadcasts presenta brani come Home By The Sea, Mama, Duchess, Carpet Crawlers, No Son Of Mine, Turn It On Again e molti altri.

   

Il meglio dei Genesis dal vivo

Solo alcune delle versioni di queste composizioni sono state pubblicate ufficialmente in passato e proprio per questo l'imminente box può essere considerato allo stesso tempo un album per collezionisti ed un “alternative greatest hits”. Si parte dai primissimi passi della carriera della band attraverso le partecipazioni a storici programmi radiofonici come Night Ride e John Peel Sessions; il box comprende poi canzoni scelte dalle due esibizioni del gruppo a Knebworth (1978 e 1992), dal loro amatissimo show al Lyceum di Londra nel 1980 e dalla trionfale serie di concerti a Wembley nel 1987.

Che fate... non acquistate?!?

Completato da altri brani registrati al NEC di Birmingham nel febbraio del 1998, da rare session ai BBC Paris Studios di Londra e al Night Ride di BBC Radio 2 nei primi anni ’70 e dalla splendida versione dal vivo di Watcher Of The Skies alla Wembley Empire Pool nel 1975, il cofanetto si può considerare un vero tesoro.


giovedì 12 gennaio 2023

Ciao Jeff...


Ammetto di essere stato ultimamente piuttosto silente, sia per qualche problemuccio di salute ed anche per impegni di lavoro che mi hanno tenuto lontano da questa mia "creatura"... ma la notizia - purtroppo tristissima - che ho ricevuto stamattina meritava assolutamente una menzione.

Ci ha lasciati a 78 anni per una meningite batterica il grandissimo Jeff Beck, senza dubbio uno dei chitarristi rock più importanti della storia del rock, fondamentale per l'evoluzione moderna dello strumento a 6 corde, contribuendo alla definizione dello stesso in un'ampissimo campo di generi: blues, rock, fusion, hard e heavy. Un musicista per il quale l'appellativo "leggenda" non suona assolutamente sprecato, anzi...

Personalmente, nella sacra "triade" formata anche da Eric Clapton (che venne da lui rimpiazzato negli Yardbirds) e Jimmy Page... non ho mai avuto dubbi nel metterlo al primo posto! Il mio primo contatto con la sua musica fu attraverso il power trio Beck, Bogart & Appice, dei quali l’omonimo album (uscito nel 1973) contiene pezzi da novanta come la cover di Superstition di Stevie Wonder, opportunamente trasformata in una specie di... schiacciasassi! In carriera ha suonato un po' di tutto, cimentandosi anche con il funky e la fusion, acclamato dalla critica e dagli addetti ai lavori, tanto da portarsi a casa otto Grammy. 

L'ho visto solo una volta dal vivo (anche se possiedo parecchi dvd e cd dei suoi show), esattamente nel luglio 2001 all'Idroscalo, come "supporter" (si fa per dire...) di Sting. Un set tiratissimo e molto efficace che spero, prima o poi, di recuperare in versione audio da qualche collezionista. Magari dal leggendario Datman, sorta di Mike Millard di casa nostra...

Sempre "avanti", un artista costantemente animato dal sacro fuoco della sperimentazione. Basti pensare che nel lontano 1966 con i sopracitati Yardbirds, Jeff si distingueva già per il suo sound unico ed innovativo rispetto a tutti i chitarristi di quella generazione. Usi sapienti e già molto sviluppati dell’hammer on e del pull-off, alcuni accenni a una tecnica ibrida di tapping (molto prima di Van Halen, anche senza il medesimo virtuosismo...) e una rapidità del fraseggio difficile da riscontrare anche in chitarristi più recenti ed evoluti.

giovedì 22 dicembre 2022

Ciao Terry, leggenda dello ska...


A soli 63 anni si è spenta una delle voci più rappresentative dello ska. Terry Hall, cantante del gruppo britannico The Specials, è morto a 63 anni. Sono stati i suoi compagni di band a dare la notizia attraverso i social: "Con grande tristezza annunciamo la morte, dopo una breve malattia, di Terry, il nostro meraviglioso amico, fratello e uno dei cantanti e autori più brillanti che il nostro Paese abbia prodotto". Mi piacevano molto, erano divertenti e trascinanti. Non sono mai riuscito a vederli dal vivo, a differenza dei loro cugini Madness (coi Lambrettas, 100% mod come opening act), che vennero a suonare a Milano presso il Palalido il 9 ottobre 1980. In quel periodo la ska-mania aveva colpito anche Milano ed ogni sabato, davanti al negozio di dischi Transex (di fianco al Duomo) ci potevi trovare qualche fan, perfettamente agghindato in giacca e cravattino, mescolato ai tanti metallari che frequentavano quel luogo di "spaccio musicale".

Fu tra i fautori del 2 Tone Ska

Terry Hall, nato nel 1959 e originario di Coventry, alla fine degli anni '60 si unì ai punk Squad. Nel 1979 fu poi notato da Jerry Dammers, tastierista e principale compositore degli Specials, che lo volle come frontman. Gli Specials ebbero un grande successo di pubblico e contribuirono allo sviluppo del 2 Tone Ska, genere nato nel Regno Unito che mescolava lo ska a elementi tipici del punk e della cosiddetta new wave. Too Much Too Young, Gangsters e Ghost Town, in un'Inghilterra che viveva una profonda crisi economica e sociale tra le politiche conservatrici dell'era Thatcher e una xenofobia crescente, furono tra le loro canzoni più note.

   

Dal 1981 una variegata carriera solista

Lasciò gli Specials nell'81, collaborando in seguito con altri gruppi dell'ondata New wave e, successivamente, con formazioni Brit pop, movimenti di cui fu in parte ispiratore. Fondò i Fun Boy Three; suonò, tra gli altri, con Bananarama, Lightning Seeds, e lavorò anche con Sinéad O'Connor. Nel 1994 avviò la propria carriera da solista e collaborò tra gli altri con Damon Albarn, cantante dei Blur, nel suo progetto parallelo hip-hop dei Gorillaz. Nel 2008 partecipò alla seconda reunion degli Specials, che si erano già riformati una volta a fine anni Novanta ma senza di lui. Nel 2019 registrò l'ottavo album di studio della band, Encore, il primo disco degli Specials con lui alla voce dal 1981. 

martedì 13 dicembre 2022

Matilde Rosati vince a Lunezia: la sua Wanda è il testo più bello


Dopo la recente partecipazione di Matilde Rosati alla finale del Premio Mia Martini, svoltosi a Cittanova (RC) con la direzione artistica di Franco Fasano, la cantautrice pratese si è aggiudicata il Premio Lunezia 2022 per la sezione Autori di testo, con il brano Wanda

Matilde Rosati con la sua “Wanda” vince il Lunezia 2022

La manifestazione di Lunezia rappresenta da anni un momento importante nell’ambito della valorizzazione musicale-letteraria delle canzoni italiane. Con Wanda, Matilde pone l’accento sul drammatico e purtroppo attualissimo tema della violenza sulle donne, a testimonianza di come in lei la viscerale passione per la musica si sposi coerentemente col suo tenace impegno nel sociale. Un binomio personale che rappresenta anche la missione del Premio Lunezia, favorendo un’educazione artistica che permetta la diffusione di una progressiva sensibilità nei confronti di questa forma d’arte.

La dichiarazione a caldo, dopo la vittoria

A questo proposito Matilde Rosati, comprensibilmente raggiante, dichiara: “Questo premio è un’emozione veramente forte e unica, il raggiungimento di qualcosa che, fino ad ora, avevo solo sognato. Ancor di più, lo è stato farlo con un brano come Wanda: una denuncia chiara, diretta e forte contro la violenza sulle donne, una storia che non avrei mai voluto raccontare, tanto inaccettabile quanto vera. “Wanda” è quello che succede a una donna ogni tre giorni, vittima della più grave delle violenze. “Wanda” vuol dare una voce a chi non ce l’ha più, la voce di tutte e tutti quelli che lottano. A questo si aggiunge la mia personale soddisfazione per aver vinto un ulteriore premio, la borsa di studio di tre settimane al CET del Maestro Mogol. Un’occasione di crescita artistica e un’esperienza unica. Questo premio lo dedico a tutte e tutti coloro che mi sostengono e ci credono, ogni giorno”.

Supportata da un brand internazionale

Un percorso, quello della Rosati, intrapreso avvalendosi di un staff di professionisti, attribuendo al progetto anche un preciso aspetto visivo, grazie al supporto del brand Patrizia Pepe: un’azienda fiorentina d’eccellenza nella moda, che ha già sperimentato vincenti incursioni nella musica, vestendo star internazionali come Britney Spears, Katy Perry e Dua Lipa.

Il nuovo singolo in uscita

Il prossimo 16 dicembre uscirà su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Matilde Rosati Ciao come stai, con la produzione artistica della Falagiani Music Label & Publishing del M° Marco Falagiani, già premio Oscar per la colonna sonora del film “Mediterraneo”, composta insieme a Giancarlo Bigazzi. Il nuovo singolo sarà accompagnato da un suggestivo videoclip, girato presso il Teatro Politeama di Prato. Matilde non è nuova a collaborazioni illustri, avendo in passato lavorato anche con Claudio Fabi (produttore di grande valore, ex direttore artistico dell’etichetta Numero Uno di Mogol e della Polygram Italiana, nonchè padre di Niccolò Fabi) e con Beppe Dati, affermato paroliere che ha scritto per Mia Martini, Raf, Marco Masini, Francesco Guccini e molti altri.

Inossidabili, adorabili vecchietti del rock nuovamente in Italia: The Who!


Il festival Firenze Rocks cala l'asso, annunciando un grande nome che calcherà il suo palco sabato 17 giugno 2023. Si tratta della leggendaria band del rock britannico The Who.

Sul palco con l'orchestra

Per l’unica data italiana, gli Who hanno scelto di essere accompagnati da una filarmonica d’eccellenza e di rilevanza internazionale, anche come omaggio al capoluogo toscano che li accoglierà. Sarà infatti l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino a solcare il palco assieme alla band, in una miscela di rock che solo il binomio tra la band londinese e una delle più importanti orchestre d’Italia può creare.

La scaletta

Oltre Firenze, lo spettacolare show farà tappa a Berlino, Parigi e Barcellona. Pete Townshend, Roger Daltrey e la band eseguiranno brani tratti dai quasi 60 anni di carriera, tra cui sezioni dedicate agli album simbolo Tommy e Quadrophenia, oltre ad altri amati brani e canzoni tratte dall'album Who del 2019, il loro primo disco in studio dopo 13 anni.

Le prevendite si aprono giovedì

I biglietti per l’unica data italiana saranno disponibili in anteprima giovedì 15 dicembre dalle ore 10:00 tramite App ufficiale Firenze Rocks. La vendita generale dei biglietti aprirà venerdì 16 dicembre dalle ore 11:00 su Ticketmaster, Ticketone, Vivaticket e presso tutti i punti vendita autorizzati.

Alla batteria c'è sempre il figlio di Ringo

Lo show segue l'acclamato tour statunitense "The Who Hits Back" di quest'anno, in cui la band ha condiviso il palco con alcune delle migliori orchestre d'America. Il tour europeo del 2023, oltre a Townshend e Daltrey, vedrà la band composta dal chitarrista/cantante Simon Townshend, dal tastierista Loren Gold, dalla seconda tastierista Emily Marshall, dal bassista Jon Button, dal batterista Zak Starkey (il figlio di Ringo Starr) e dalla voce di Billy Nicholls, oltre che dal direttore d'orchestra Keith Levenson, dalla violinista Katie Jacoby e dalla violoncellista Audrey Snyder.

Le parole di Townshend

Commentando il ritorno nel vecchio continente per la prima volta dopo quasi dieci anni, Pete Townshend ha dichiarato: "È meraviglioso poter tornare in Europa dopo una lunga assenza, per suonare a Firenze, Berlino, Parigi e Barcellona, quattro delle mie città preferite al mondo. Non vediamo l'ora di portare il nostro grande spettacolo orchestrale, che finora ha ricevuto ottime recensioni, e di suonare anche alcune vecchie canzoni rock'n'roll in stile Who dal nostro repertorio. Mescoliamo il tutto in una serata di musica straordinaria: devo dire che questo spettacolo è quello che personalmente mi piace di più di qualsiasi altra cosa abbia mai fatto in 60 anni di lavoro con Roger. Non vedo l'ora di visitare queste bellissime città per rivedere i nostri vecchi fan e spero di incontrarne di nuovi. Siamo così fortunati a poter trascorrere una serata con tutti voi".

Il Pete "simpsonizzato" che campeggia
sul mio comodino



lunedì 12 dicembre 2022

Arrivano i brani di Waters registrati in lockdown


Ogni musicista ha vissuto la chiusura forzata causa covid in maniera differente. C'è chi si è goduto l'inaspettato riposo, chi l'ha trascorsa con ansia barricato in casa... e chi, come l'ex bassista dei Pink Floyd ha continuato a registrare materiale. Si intitola The Lockdown Sessions, il nuovo lavoro di Roger Waters, una raccolta di sei brani già usciti in precedenza (come ha chiarato lo stesso Waters, «Ho condiviso tutto, chiunque può trovare su internet il materiale che ho utilizzato») pensati e registrati durante l’apice della pandemia.

Tutte le tracce del disco

Nell’album sono presenti tre brani di The Wall (Mother, Vera e la versione aggiornata 2022 di Comfortably Numb), due di The Final Cut (Two Suns in the Sunset e The Gunners Dream) e uno, The Bravery of Being Out of Range, tratto dal disco solista Amused to Death, risalente al 1992. 

Quattro concerti nel 2023

Waters suonerà in Italia il prossimo anno con il suo This Is Not a Drill Tour, esibendosi in quattro date: il 27 e 28 marzo al Forum di Assago (Milano) e il 28 e 29 aprile alla Unipol Arena di Bologna. 

martedì 6 dicembre 2022

Mercoledì: il piacere dell'inquietudine



Adoro il cinema favolistico e nero di Tim Burton. Anche se, a ben guardare, il mio non fu amore a prima vista. Mi recai a vedere Beetlejuice al cinema (vicino a me c'era seduto Rocco Tanica con una tipa) che non mi esaltò... ma piansi dalla commozione alla vista in tv di Edward mani di forbice. Poi adorai i vari Batman, il biopic su Ed Wood (interpretato da Johnny Depp, il suo attore di riferimento) e tutto il resto.  

Grazie a Dio è... Mercoledì


Finalmente, la sua ultima contorta creazione - Mercoledì - è sbarcata a fine novembre su Netflix. Una serie di grande successo, incentrata sulla figura di Mercoledì Addams (interpretata da Jenna Ortega), figlia di Gomez e Morticia, che ha raggiunto la posizione n° 1 nella classifica dei 10 programmi più visti negli Stati Uniti durante il weekend di uscita. E' stato elogiato da più parti per il suo generale tono spettrale e per la scenografia, senza dimenticarne le prove attoriali del cast e alcuni memorabili colpi di scena. Sottotraccia si nascondono una tonnellata di piccoli dettagli e riferimenti, celati di proposito: alcuni gustosissimi rimandi ai film della Famiglia Addams e i tipici easter egg di Burton.

Mercoledì a colloquio con... Mano

Le scenografie nascondono segreti

Mark Scruton, designer della produzione di Mercoledì, ha rivelato che le scenografie nascondono alcuni riferimenti precisi, in particolare nella città di Jericho. «Molte delle facciate dei negozi sono state rubate direttamente dai cartoni animati di Charles Addams», ha dichiarato Scruton. Nella caffetteria Weathervanes dove lavora Tyler, si vedono alcune banderuole di metallo appese al muro. Se si guarda abbastanza da vicino, si notano il disegno del cavaliere senza testa di Sleepy Hollow e il cappello a cilindro di Willy Wonka. Nel negozio di tassidermia Uriah's Heap, Scruton ha detto che c'è una manciata di topi nascosti nel negozio che fanno riferimento ai film di Burton. L'ultimo easter egg ispirato al regista californiano si trova nelle sacre sale della Nevermore Academy, proprio nell'ufficio del preside Weems: una testa rimpicciolita che fa riferimento al film Beetlejuice del 1988.

I riferimenti alla Famiglia Addams originale

Nel primo episodio, l'inquieta eroina della serie è coinvolta in una rissa al bar per colpa del suo odio verso i pellegrini. Una specifica avversione che fa riferimento diretto all'amato sequel della Famiglia Addams, in cui i fratelli Mercoledì e Pugsley vengono mandati a Camp Chippewa. È proprio Mercoledì (interpretata in quel caso da Christina Ricci) che appicca il fuoco al romantico allestimento per il Ringraziamento, pronunciando il suo famigerato monologo sulla crudeltà dei pellegrini. 

Con un doppio schiocco di dita

La società segreta dell'Accademia Nevermore dispone di un passaggio nascosto per raggiungere il luogo degli incontri. L'iconico schiocco di dita apre l'ingresso al passaggio segreto delle Nightshades, una citazione nostalgica alla sigla della Famiglia Addams.

Pugsley bullizzato

Nell'episodio pilota, Mercoledì salva Pugsley da un armadietto della scuola in cui era stato infilato dai bulli. Pugsley viene legato con uno spago rosso e con una mela in bocca. Una chiara citazione a La famiglia Addams del 1991: la prima volta che Pugsley viene mostrato nel film è, anche in quel caso, legato con una mela in bocca. Nel seminterrato delle Nightshades, poi, si può scorgere un ritratto di Ignatius Itt - il famoso cugino Itt - appeso alla parete.

Ragazze scout per colazione

Nel terzo episodio, Mercoledì ad un certo punto dice: «Potrei mangiare le ragazze scout a colazione». Trattasi di un ulteriore riferimento diretto a una scena dei film originali. Ne La famiglia Addams del '91, una giovane scout cerca di vendere a Mercoledì dei biscotti: «Sono fatti di vere Girl Scout?», chiede lperfidamente lei. 

Le barche omaggiano i romanzi di E.A. Poe

Edgar Allan Poe è un alunno immaginario della Nevermore Academy. Oltre al nome della scuola che è già un riferimento a Poe (Il corvo è una poesia incentrata su un uomo reso folle da un corvo parlante che pronuncia solo la parola "nevermore"), sono presenti ulteriori riferimenti nell'intera serie. Mercoledì vede dei corvi in una visione, la preside Weems ha un corvo impagliato sulla sua scrivania e la Coppa Poe è un grande medley di curiosità letterarie su Poe. Ogni barca delle squadra in gara fa riferimento a uno dei racconti del grande scrittore: la barca di Enid e Mercoledì si chiama - guarda un po' - Il gatto nero, quella di Bianca L'insetto d'oro, quella di Xavier si chiama L'Amontillado (riferimento a Il barile di Amontillado) e la quarta barca Il pozzo e il pendolo.

L'origine del nome di Mercoledì

Il disegnatore Chas Addams, creatore dei cartoni animati degli Addams che hanno dato il via a tutta la saga, ha disegnato i famosi personaggi inizialmente senza nome, battezzandoli solo successivamente. La fonte di ispirazione per il nome di Mercoledì è una filastrocca del 1800 chiamata La bambina del lunedì. «Il suo nome deriva da un verso della mia filastrocca preferita», spiega Morticia Addams al preside Weems a proposito della storia del nome di Mercoledì nell'episodio pilota. La filastrocca recita: «Il bambino del lunedì è bello di viso, / il bambino del martedì è pieno di grazia. / Il bambino di mercoledì è pieno di sventura, / Il bambino di giovedì ha molta strada da fare. / Il figlio del venerdì è amorevole e generoso, il figlio del sabato lavora duramente per vivere. / E il bambino nato la domenica / è allegro e spensierato».

Infine... un focus sulla foto che apre questo articolo, uno dei tanti meme che stanno girando in rete, ispirati alla serie tv Netflix. C'è forse bisogno di spiegazione?!? Sicuramente in fan di Ian Curtis hanno capito benissimo il senso...