lunedì 1 giugno 2020

L'ultima su Sinead



La storia professionale ed umana della cantante/cantautrice irlandese Sinéad Marie Bernadette O'Connor è fatta di alti e bassi, nella quale eclatanti gesti provocatori e drammi familiari hanno sostituito troppo spesso le canzoni. Ma è la sua voce ad averla resa unica, una delle vocalist più talentuose, controverse (e intrattabili, a detta dei suoi discografici) del rock. Personaggio scostante, Sinead ha litigato più o meno con tutti. Anche con i suoi connazionali U2, accusandoli "gestire in modo mafioso la scena dublinese". Vivere "contro" è sempre stata la sua filosofia esistenziale. E la testa rasata, in stridente contrasto con la tenerezza dei suoi occhi e la delicatezza dei suoi lineamenti, ha rappresentato l'icona più fedele. La leggenda vuole che quel taglio a zero volesse simboleggiare il suo primo gesto di protesta contro le ingerenze dell'industria discografica, perché quello musicale - dichirò - "è il peggior business con cui si possa avere a che fare". Ha boicottato i Grammy Awards nel 1991 e ha dichiarato che "Mtv andrebbe abolita, perché la tv uccide l'arte e la poesia". Capace di mandare all'aria un concerto per un banale dettaglio tecnico o di far esasperare i suoi stessi collaboratori. 

Ma oltre ad essere insopportabile, Sinéad rivela anche un lato di estrema generosità, come quando ha regalato alla Croce Rossa la sua casa da 750mila dollari sulle colline di Hollywood. Ha partecipato a numerosi appuntamenti umanitari e ha destinato al popolo curdo il ricavato del mini-cd "My Special Child". Il grande pubblico, però, non le ha perdonato il gesto del "Saturday Night Live" dove strappò una fotografia del Papa, per il quale venne poi fischiata al tributo newyorkese per Bob Dylan, vittima anche di una campagna di boicottaggio culminata nella distruzione di 200 suoi dischi, come in passato avvenne per i "satanici" Beatles) e le sue simpatie pro-Ira: "L'Irlanda è come una madre smarrita. Abbiamo perso la nostra lingua e la nostra storia di fronte agli inglesi. E andiamo in giro sentendo questo dolore ogni minuto".


Dopo la sua conversione alla religione islamica (ha cambiato il suo nome in Shushuda), ospite la scorsa settimana al Late Late Show ha raccontato di essersi iscritta a un corso di operatrice sanitaria, un desiderio che la cantautrice irlandese coltivava da tempo ma che la pandemia, racconta lei stessa durante il programma, ha rafforzato: “Sono stata ammessa a un corso del Bray Institute of Further Education che inizierà a settembre. Si tratta del livello 5 FETAC del corso di assistenza sanitaria”. Sempre lei ha spiegato che grazie a quell'attestato potrà lavorare nella sanità come assistente, raccontando che l’ambito nel quale più che in altri l’artista vorrei inserirsi è quello delle cure palliative, come “compagna” dei pazienti. Dichiara la cantautrice: “L’area nella quale mi piacerebbe di più lavorare è quella di chi fa compagnia alle persone che per una ragione o per un’altra non hanno con sé la famiglia o sono da sole”.

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