Patty Smith non è nuova al giochino delle covers ("Hey Joe" di Hendrix, "Gloria" di Van Morrison e "My Generation" degli Who), basti pensare che uno dei suoi più grandi successi discografici, "Because The Night", è in realtà una cover di un brano di Bruce Springsteen, anche se il Boss si è sempre limitato ad eseguirlo solo in versione live.
La cosa buffa, per un appassionato di cinema come me è che, per "colpa" di questa canzone... non riesco più a vedere "L’Atalante" di Jean Vigo senza canticchiarla! Dirò di più: recentemente l'ho acquistato in dvd e mi sono quasi stupito di non trovarla nel film!!! Questo per il suo utilizzo come sigla di «Fuori orario» su Rai3, a mio giudizio l'unico canale televisivo di stato onestamente valido!!! "Because the Night" (nella versione di Patti Smith, che vidi per la prima volta a Bologna nel 1980, Stadio Dall'Ara) si è sovrapposta in modo indelebile alle immagini di quel sommo capolavoro filmico, più precisamente alla memorabile scena in cui Jean si tuffa nel canale e vede l’immagine di Juliette, in abito da sposa, sott’acqua. Bisogna dare atto al buon Enrico Ghezzi & soci di aver azzeccato un perfetto connubio musica/immagine! La scena si svolge di giorno, ma nel momento in cui Jean si getta in acqua è come se fosse imghiottito in una notte dei sensi dove può rivedere, come in sogno, la Juliette che l’ha (momentaneamente) lasciato. È ciò di cui parla la canzone: la notte come luogo in cui l’amore si manifesta, «love is an angel that comes at dusk», l’amore è un angelo che arriva al crepuscolo. Il film di Vigo è del ‘34, lo stesso anno in cui il giovanissimo regista morì. La cosa strana, per uno springsteeniano, è che se "Because The Night" cantata dalla Smith fa pensare inevitabilmente a «Fuori orario», "Because The Night" cantata da Springsteen fa pensare a molte altre cose. Per chi, come me, ha ricevuto la folgorazione springsteeniana in giovane età (concerto di Zurigo all'Hallenstadion, 11 Aprile 1981, tournée di "The River"), "Because The Night" non è mai stata una canzone «di Patti Smith», ma uno dei tanti pezzi leggendari che in quegli anni Bruce eseguiva solo dal vivo e che aveva incidentalmente regalato alla Smith, esattamente come aveva donato "Fire" alle Pointer Sisters, "The Fever" a Southside Johnny, "Rendezvous" a Greg Kihn e "Light Of Day" addirittura al regista Paul Schrader, per ricompensarlo dell'appropriazione indebita del titolo "Born In The USA" (la canzone sarebbe poi stata eseguita, nel film omonimo, da Joan Jett). Erano quei pezzi che Bruce si ostinava a non incidere, e per trovarli bisognava fare incetta di bootleg, ai tempi in cui il vinile non garantiva nulla sulla qualità audio di queste chicche, spesso incise da cani! Io conservo a mo' di reliquia un bootleg doppio (due dischi in vinile) del suddetto concerto di Zurigo, solo per poterlo mostrare agli amici e dire «io c’ero!»: per il resto, il disco è assolutamente inascoltabile, anche se contiene due cover straordinarie, "Who’ll Stop The Rain" dei CCR e "Rockin’ All Over The World" di John Fogerty, che allora Bruce eseguiva come bis facendola durare il solito quarto d’ora. Cover... magica parola che più tardi Bruce avrebbe immortalato in un titolo forse allusivo, "Cover Me" (un invito rivolto a tutti i musicisti del mondo?). Springsteen è sempre stato qualcosa di più di un cantante: lui e la E Street Band, ai bei tempi, erano un’enciclopedia ambulante del rock’n’roll, e hanno costretto milioni di fans a riandare alle radici di questa musica, a riscoprirne gli autori primari, da Fogerty a Bob Dylan ed ancora più indietro nel tempo... fino a Chuck Berry e Woody Guthrie. Con le covers eseguite da Bruce si potrebbe realizzare un meraviglioso cofanetto nella storia della discografia, perché qualcuno non ci pensa seriamente? Per attribuire la palma del primo posto, sono indeciso fra "Jersey Girl" di Tom Waits che chiude il famoso cofanetto live ufficiale, la strappalacrime "Can’t Help Falling in Love" di Elvis che eseguiva, voce & chitarra, nel tour di "Tunnel of Love" e la suddetta "Who’ll Stop the Rain". Ma poi esiste anche un mondo speculare, quello delle covers springsteeniane eseguite da altri artisti... e qui "Because The Night" occupa un posto a parte. Innazitutto perché non è nemmeno una cover, nel senso che la versione di Patti Smith uscì prima (nel disco "Easter") e la cantante contribuì alla scrittura completando il testo. E però, contemporaneamente, le versioni infuocate che Bruce eseguiva dal vivo la rendevano leggendaria (Bruce l’avrebbe pubblicata solo nel suddetto cofanetto ufficiale, "Live 1975/1985"). Forse, in effetti, si dovrebbe parlare di due canzoni, anche perché il testo è fluttuante, sia Bruce che Patti l’hanno sempre modificato e ne esistono diverse stesure. La canzone di Bruce è una cavalcata rock travolgente in cui, quasi sempre, interviene un assolo di chitarra fra i più belli e articolati che il nostro abbia mai diteggiato. La canzone di Patti è un viaggio al fondo della notte, nel segno dell’amore fisico. Si sa che Bruce stava provando la canzone durante le sessions per "Darkness On The Edge Of Town" e che Patti, al lavoro per "Easter" nello studio accanto, gliela chiese in dono. Entrambi avevano visto giusto: Patti nel chiedere, Bruce nel dare. Springsteen ha scritto molte canzoni d’amore, per lo più romantiche e struggenti: "Because The Night" è una canzone sul sesso come ossessione e dipendenza: quindi, in senso lato, una canzone sulla droga, argomento piuttosto lontano dal mondo poetico di Springsteen e assai più pertinente a quello della Smith. D’altro canto Bruce aveva già, in "Darkness On The Edge Of Town", una canzone simile: quell’incredibile, anomalo capolavoro di 3 minuti che è "Candy’s Room". Si sa quanto sia maniacale, da parte di Bruce, la ricerca di equilibrio nelle scalette dei dischi: è probabile che abbia regalato "Because the Night" alla collega proprio per non avere un doppione. Il risultato è che ne ha creato un altro, e noi fans abbiamo avuto due capolavori al prezzo di uno!
Il Boss è un maestro nello scrivere canzoni e il sottoscritto è un asso nell'arzigogolata pratica del divagare! Ero partito parlando delle cover di Patti e ci ritorno: la sacerdotessa del punk dai 61 annetti portati con fierezza s'inbarca in una nuova avventura. Un album di 12 cover intitolato "Twelwe" che esce in Italia a metà mese, contenente brani di Jimi Hendrix, "Gimme Shelter" dei Rolling Stones, 'Smells Like Teen Spirit" dei Nirvana, Stevie Wonder, Bob Dylan, George Harrison, persino i Tears for Fears di "Everybody Wants To Rule The World"!
Qui di seguito potete scaricare due brani che troverete anche in "Twelve", in questo caso eseguiti a New York nel 2006.
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