giovedì 12 giugno 2008

Indiani verdi


Sul penultimo numero di "Blow Up" (il 120°, datato Maggio 2008) leggo un'interessante intervista di Enrico Veronese a Vasco Brondi (qui il suo blog) alias Le Luci della Centrale Elettrica, moniker col quale l'ex barista ferrarese ha recentemente firmato un bellissimo disco d'esordio, "Canzoni da spiaggia deturpata". Un disco notturno, con una scrittura fuori dal comune sia per il testo che per la musica (in questo caso più che mai indissolubilmente legate), melodicamente vicino a certe cose di Rino Gaetano, i CCCP e i Massimo Volume. Nel nostro attuale contesto storico, in cui sembra essersi smarrita una continuità di senso tra un passato recente che sembra lontanissimo e un presente paradossalmente inafferrabile, il disco non contempla lo sfacelo dall’alto di un luogo sicuro, né lancia un grido di disperazione dall’inaccessibile profondità di un abisso. Le sue canzoni, senza trucchi e protezioni di sorta, parlano degli acquisti al discount e della lotta armata, di Chernobyl e dei funerali di Berlinguer, canzoni che avvertiamo così "vicine" da farci male. Un disco doloroso e consigliatissimo che ci conforta anche per un'ulteriore aspetto: un altro Vasco è possibile!

Il Brondi, durante l'intervista, cita con amaro divertimento una cosa che anche a me, durante le recenti elezioni, è parsa tra l'orribile e il surreale: i manifesti elettorali della Lega Nord con la faccia dell'indiano che "ha subito l'immigrazione ed ora vive nelle riserve". Figlio del nuovo analfabetismo storico (qui e qui) che sta colpendo il nostro paese, aggravato dalla subcultura televisiva nella quale anneghiamo appena schiacciamo il tasto "power on", l'indiscriminato utilizzo di un popolo così fiero e testimone di una profonda cultura come quello degli indiani d'America... grida vendetta!!!

Gli streteghi del marketing leghista (c'è l'hanno duro... il comprendonio!) hanno recentemente bissato la malefatta con un'ennesima affissione che rappresenta il logico continuum e che potete ammirare qui sopra; chissà cosa ne penserebbe Fabrizio De Andrè o John Trudell...

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