Ieri sera ammetto di essere partito piuttosto prevenuto, accostandomi
alla visione della prima puntata su Rai1 di "Il Generale della Rovere",
remake in pue parti dell'omonimo film-capolavoro di Roberto Rossellini con Vittorio De Sica in una delle sue gigantesche interpretazioni, forse la più intensa in assoluto. Confrontarsi con due mostri sacri di questo calibro,
che per primi diedero vita all’intenso racconto di Indro Montanelli, per il cast dev’essere stata una scelta difficile, a metà tra il coraggioso e l’incosciente. L'intento del regista attuale, Carlo Carlei, è stato quello - per sua ammissione - di non realizzare un semplice rifacimento della pellicola del 1959, ma di portare sul piccolo schermo, con linguaggio e tecnologie più moderne, un racconto senza tempo.
Sia l’Emanuele Bardone di De Sica che il Giovanni Bertone di
Favino sono personaggi fortemente negativi dipendenti dal tavolo da
gioco, truffatori senza scrupoli che buttano i soldi guadagnati
raggirando povere famiglie in difficoltà. Ma nel Bertone si intravede
subito
del “buono”, nonostante l’impostore che è in lui riesca ad avere spesso
il sopravvento.
Pierfrancesco Favino,
sicuramente
uno dei migliori attori del nostro tempo, pur muovendosi con grande
professionalità e pathos, non convince del tutto. La sua recitazione
sembra quasi“intimorita” dal possibile paragone con De Sica. In alcue
scene
sembrava discostarsene,in altre invece sembra se l’attore romano 42enne
(peraltro bravissimo imitatore per diletto)
avesse
studiato nei minimi dettagli le movenze del suo predecessore. Ma,
d'altronde, ereditare un ruolo che fu di un mostro sacro come De Sica,
non è certo cosa facile. Speriamo che la seconda puntata, dove
finalmente il "Generale" svelerà il suo intimo animo patriottico, si
mantenga sul
discreto livello della prima...
Nota a margine - Nella pellicola originale, Roberto Rossellini - alla maniera di Alfred Hitchcock - appare in un breve istante: guarda qui la scena!
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