giovedì 3 novembre 2011

Manson visionario del colore


Un caustico critico americano ha paragonato le sue creazioni pittoriche a quelle di "un paziente psichiatrico cui sono stati dati i pennelli per terapia", ma  Marylin Manson non demorde e persegue la sua carriera d'artista del pennello con testarda convinzione. In questi giorni le sue opere sono esposte alla prestigiosa Kunsthalle di Vienna. La mostra, intitolata "Genealogies Of Pain" (Genealogie del dolore), comprende una serie di acquarelli nei quali il Reverendo si concentra - come spiegato nel catalogo ufficiale della mostra - "sull'analisi di estremità e cavità del corpo umano, vale a dire quelle parti che sono le più vulnerabili e sollevano incessantemente paure primordiali: bocca, dita, occhi e genitali". Ad accompagnare questo delirio visivo vi sono alcuni cortometraggi del regista David Lynch che dovrebbero fornire una specie di contesto storico-estetico alle opere del pittore.

Questa non è la prima volta che i due stravaganti personaggi danno vita ad una collaborazione; Manson infatti ha partecipato al film di Lynch Lost Highways nel ruolo di una pornoattore (no comment). Morale: per fare una grande rockstar ci vuole un grande... pennello!

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