venerdì 9 marzo 2007

Educazione musicale


Cosa succede quando un musicofilo convinto diventa padre?!?
L'educazione musicale dei bambini è sicuramente un tema affascinante. Durante i primissimi anni, infatti, il bambino sviluppa le sue attitudini e le sue potenzialità di apprendimento che lo accompagneranno per tutta la vita. Il piccolo cervello cresce e si sviluppa in base alla quantità e alla qualità degli stimoli ricevuti, vedendo aumentare in questo periodo in maniera impressionante il numero di connessioni sinaptiche e cioè i collegamenti fra neuroni che sono il luogo dell’apprendimento (un bambino fra i 2 e i 4 anni arriva ad averne il doppio di un adulto!).
Il bambino dovrebbe essere esposto alla musica tanto presto quanto viene esposto alla lingua. Invece la convinzione dominante è che un bambino sia pronto all’apprendimento musicale non prima dei 3/4 anni di età, momento in cui è in grado di "fare" in qualche modo musica. Il fatto che il processo di educazione musicale venga iniziato in ritardo, trascurando il periodo da zero a tre anni, si traduce nella perdita degli anni in cui si può fare di più per sviluppare l’attitudine musicale del bambino... un vero e proprio spreco!
Ma qual è il panorama di stimoli musicali che si offre normalmente al bambino in tenerissima età? Il repertorio di canzoncine, filastrocche e ninne nanne normalmente cantate o fatte ascoltare ai bambini, così come la musica che maggiormente viene diffusa dai media, è in grandissima parte in tonalità maggiore e ritmo binario. Ma l’equazione tenera età/semplicità di linguaggio è un’equazione perdente sul fronte dell’apprendimento e la convinzione che semplicità e assenza di varietà siano le caratteristiche più adatte alla musica dedicata alla prima infanzia è profondamente errata! Quasi tutti trascurano lo sviluppo musicale dei nostri bambini come non si sognerebbero mai di fare per lo sviluppo linguistico. Le mamme di bambini di pochi mesi infatti sono istintivamente portate a parlare continuamente con i loro piccoli e, in quanto destinatari di comunicazione diretta o testimoni di comunicazione fra adulti, i bambini vengono letteralmente immersi fin dall’inizio in tutta la lingua e non in una parte semplificata di questa.
Bisogna quindi senza dubbio iniziare l’acculturamento musicale del bambino dalla sua nascita se non prima, come direbbero coloro che fanno ricerche nel campo dell’educazione prenatale, cercando di variare le proposte. E quindi il musicofilo neo-papà, citato all'inizio, cerca di trasferire tutte le sue passioni nel tenero pargoletto, pregustando il momento nel quale potrà passare i Sabati pomeriggio in sua compagnia a spulciare dischi nei negozi della sua città! E' il caso dell'amico Andrea, del quale potete ammirare il figlio Alessandro. L'innocente creatura è ritratta durante un bombardamento in cuffia dell'intera discografia dei Genesis che - nonostante tutto - mostra di gradire!!! D'altronde talis pater...

2 commenti:

nd1967 ha detto...

Ciao Luca, ti ringrazio della citazione molto gradita... per la cronaca il bombardamento era iniziato già dai primi mesi del concepimento... le stesse cuffie che si vedono nella foto le appoggiavo sulla pancia della mamma Susanna e facevo ascoltare la musica al piccolo. Uno dei suoi autori preferiti era Pippo Pollina: ascoltandolo si calmava subito... tant'è che anche adesso quando lo ascolta si tranquillizza subito. Ciao Andrea

Anonimo ha detto...

ciao Luca, tutto vero quello che hai detto !! prova a chiedere a Matteo che musica vuole sentire e ti risponderà i "pesc mod" (traduzione i Depeche Mode)a testimonianza di ciò che si ascolta in casa nostra...
anche se a volte un po' di sane canzoncine e filastrocche non guastano perchè hanno un ritmo sia musicale che linguistico (la ripetizione, la rima...) utile al loro apprendimento in quanto rassicurante. a proposito la mia pediatra consigliava l'ascolto di Mozart sin dalla fase prentale per favorire lo sviluppo intellettivo.
insomma penso che l'importante sia variare per proporre un panorama musicale più variato possibile.
ciao Manu