lunedì 16 marzo 2020

"L'infinito" destrutturato e ricomposto di Alberto Nemo

Dallo studio e dall’esperienza nascono le regole. Un presupposto dal quale il cantautore e polistrumentista di Rovigo Alberto Nemo, classe 1988, è partito per stilare il suo Nemusico - Manifesto della Musica Essenziale: dieci punti programmatici che descrivono la “nemizzazione”, il suo processo di elaborazione creativa. 

Riflessioni che prendono spunto dal suo modo di intendere la musica e le canzoni, un approccio che gli è naturale e che ha voluto codificare in questo documento. Si tratta di un procedimento che agisce inizialmente in maniera destrutturante per poi ritrovare un nuovo assetto formale che ridona all’opera “nemizzata” una vita che non tradisce ma esalta quella precedente. Esempio di pregio di questo processo è il suo ultimo lavoro, una personalissima rivisitazione de “L’infinito” di Giacomo Leopardi, con echi che vanno da Diamanda Galas a Demetrio Stratos, che ribalta la struttura originale dello straordinario poema e che dimostra - semmai ce ne fosse ancora bisogno - la genialità del letterato recanatese: 

Mare in questo dolce me naufragar 
mio il pensier s'annega d’immensità, 
lei di suon è viva 
e l’eterno sovviene a me, 
questa voce 
è un silenzio 
infinito. 


Nel suo Manifesto della Musica Essenziale Nemo espone un’operazione di spoliazione, di arte povera musicale, che mostra la sua nuda struttura sorretta dalla forza dell’idea e dal potere evocativo primordiale. La tecnologia non è esclusa, così come nella scultura l’uso delle punte elettriche ha sostituito il martello; un progetto di spoliazione che può essere attuato in tutte le forme d’arte. Dichiara l'artista: “In ogni componimento c’è sempre qualcosa da togliere. Invito tutti gli artisti ad applicare questo procedimento e a condividere il loro personale contributo". Un appello al contempo estetico ed etico che l’artista desidera lanciare, coerentemente al suo essere da sempre nemico della pochezza d'animo, della celebrazione del nulla e del vuoto per una riscoperta della dignità umana che accetta e fa suo il senso del sacro nell’essenza del quotidiano. 

Nemusico - Manifesto della Musica Essenziale 
1) Su-o-no. Elevazione o silenzio. La musica è e crea uno spazio sacro. Porta ad un risveglio interiore e dei sensi (Su), altrimenti è preferibile il silenzio o semplicemente il suono in cui viviamo (no). 
2) La voce come strumento primario. La voce umana è la migliore strumentazione di cui disponiamo. 3) Unire cultura e natura. Far coesistere le forme elaborate dalle varie tradizioni con l’ascolto diretto della natura e dell’ambiente. 
4) Ottenere micro variazioni tonali. Semplificazione non è impoverimento, bensì valorizzazione dei suoni e del canto attraverso una modulazione fine e preziosa. 
5) Sensazione di ascoltare da diversi punti e distanze lo stesso suono. Inserire il movimento nel suono, far cantare lo spazio. 
6) Rapporto con l’assoluto. Il punto di fuga della musica e del canto è all’infinito. 
7) Musica “sulle cime” e non “sotto fondo”. La musica è fatta per stare in alto, essere protagonista, esperienza totalizzante in un tempo determinato. 
8) Azione e non decorazione. Gesto determinato e non orpello. 
9) Azione e non ripetizione. Gesto unico e non reiterato. 
10) Nemizzazione, ovvero, purificazione musicale. Di ogni brano, originale o reinterpretato, mettere in atto un filtro sottile che faccia passare solo la musica. 


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