lunedì 15 settembre 2008

Ciao Richard


Apprendo con tristezza che Richard Wright dei Pink Floyd ci ha lasciati, un cancro l'ha portato via. Un altro diamante che brillerà per sempre...
Due considerazioni personali, forse banali ma che mi vengono in mente a caldo:
1. Con questa scomparsa, se ancora esistevano... svaniscono le speranze di rivedere i 4 Floyd insieme sul medesimo palco, dopo la storica reunion del Live 8: oggi si conclude l'avventura del fluido rosa, definitivamente.
2. I 4oenni come me - purtroppo - si devono abituare alla triste idea di vedere, uno ad uno, morire i propri idoli musicali e non; per noi musicofili sono "pezzetti di vita" che se ne vanno, perchè la scomparsa di persone che ci hanno accompagnato nel tempo emozionandoci con la loro arte è equiparabile alla scomparsa di qualcuno che realmente ci è stato accanto fisicamente.

Credetemi, oggi per me è un giorno veramente malinconico... e non sono il solo a viverlo in questo modo. Il caro amico Giancarlo Passarella, titolare del sito http://www.musicalnews.it/ (per il quale scrivo), poco fa mi ha detto di essere letteralmente con le lacrime agli occhi, avendo collaborato da vicino coi Floyd nel biennio 1988/89, come ufficio stampa dei loro tour, Italia compresa! Leggete qui il suo articolo.

Rivediamolo dietro le sue tastiere, in compagnia di David Gilmour, in una bella versione di "Confortably Numb" dall'imminente dvd "Live in Gdansk".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho sempre apprezzato lo stile di Wright giocato sull'understatement e sul cesello...ho visto Emerson l'altro ieri ma non vedrò Wright...
A.

Luca Varani ha detto...

D'accordissimo con te... Rick era una persona veramente di classe, in tutti i sensi.

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho ricordato nel blog di un amico di cui allego il link.
Senza la sua tastiera non ci potranno essere più i Pink Floyd.
Ciao Rich.

Luca Varani ha detto...

Hai ragione gio... senza di lui non avrebbe proprio senso! Chi ha amato i Floyd non può non aver apprezzato l'ipnotico Farfisa degli esordi, gli spigolosi sobbalzi mellotronici di "Sysyphus", la dolcezza della sua voce in "Echoes"
e la sua splendida, semplice ed inarrivabile ballata "The Great Gig In The Sky", titolo che oggi assume un significato ancora più profondo...