mercoledì 8 aprile 2020

Un nuovo Live Aid salverà la musica?


Qualche settimana fa, in una delle mie rubriche sul settimanale TUTTO, ipotizzavo l'organizzazione di un nuovo Live Aid, il juke box globale organizzato a suo tempo da Bob Geldof, in versione streaming, per raccogliere fondi contro la pandemia. La musica, in questo momento, è uno dei tanti settori che sono stati messi in ginocchio. Mentre gli appassionati (ma soprattutto i musicisti e gli operatori del settore) sperano in una ripresa verso l’estate... attualmente regna il silenzio. Niente club o pub, niente teatri o palasport, niente stadi o festival. Tutto chiuso, l’intero mondo della musica dal vivo si è fermato, un blocco generale dei concerti e delle esibizioni che causerà una perdita stimata pari ad un terzo del giro d’affari complessivo mondiale: 9 miliardi di dollari, degli oltre 27 miliardi che l’industria della musica live aveva generato nel 2019. Assomusica, l’associazione italiana degli organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo, ha reso noto che da noi, per ora, nel settore musicale è stata registrata una perdita di 10,5 milioni di euro. Il rischio è che molte delle società e dei promoter attivi soprattutto sui territori locali e regionali subiscano un rapido crollo. Ogni anno, per esempio, a Milano arrivano più di un milione di persone dalle altre regioni, mentre a Verona ogni anno arrivano 500mila spettatori, e così via nelle varie realtà. La gente ha voglia di distrarsi, per questo - proprio in questi giorni - si lanciano produzioni di nuovi artisti sui canali streaming... ma si tratta di palliativi. Quello dei concerti sarà un problema da affrontare al più presto, uno dei tanti.

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