Uno dei più celebri produttori della storia del rock, Phil Spector, è morto per complicanze legate al Covid. Aveva 81 anni, stava scontando in carcere una condanna che prevedeva da un minimo di 19 anni fino all'ergastolo per l'assassinio dell'attrice Lara Clarkson.
Newyorchese e di origini russe, fu l'inventore della tecnica di produzione musicale del Wall of Sound, che prevedeva l'affollamento dello studio di registrazione di strumenti orchestrali, creando in quel modo un complesso intreccio sonoro quasi "sinfonico", rivoluzionando il sound di molti artisti, tra i quali Bruce Springsteen, che riconobbe l'influenza di Spector nelle registrazioni di "Born to Run". Nella sua lunga carriera Spector lavorò con artisti del calibro di Tina Turner, John Lennon, Leonard Cohen e i Ramones (nella foto sopra è con le Ronettes).
Dispotico, molestamente appassionato di armi, consumatore fedele di droghe e alcol... ma anche professionalmente dotato di un indiscutibile talento, produsse il suo primo successo quando era ancora al liceo, "To Know Him is to Love Him", legando il suo nome a brani classici come "Be my baby" e "Unchained melody", fino a partecipare alla produzione di "Let it Be", album conclusivo della carriera dei Beatles.
La sua introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame risale al 1989 ma cessò la sua attività già nei primi anni '80. Sempre più isolato e stravagante, recluso nella sua villa-castello ad Alhambra (vicino a Los Angeles), fu proprio lì che nel 2003 uccise Lana Clarkson, omicidio per il quale stava scontando la sentenza che prevedeva un minimo di 19 anni fino all'ergastolo. Lana era una cameriera della House of Blues di Hollywood che, purtroppo per lei, aveva accettato di seguirlo nella sua magione.
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