giovedì 16 marzo 2023

Dannazione!


Potevo forse mancare alla data milanese dei seminali The Damned di Captain Sensible e Dave Vanian? Certo che no... e anche se il volume della serata all'Alcatraz mi ha risvegliato un fastidiosissimo fischio all'orecchio, l'effetto amarcord si è manifestato in tutta la sua potente piacevolezza! Con un pubblico di "anta", tante teste bianche, pance smodate da ingordi bevitori di birra e una pluralità di t-shirt che andavano dai Ramones ai GBH, dai Sex Pistols ai Buzzcocks... la serata è filata via in maniera memorabile. 

L'origine del nome

Sul nome della band dovete sapere che... Vivienne Westwood (da poco scomparsa), a metà degli anni '70, gestiva insieme a Malcom McLaren il Let It Rock, un piccolo negozietto londinese di abbigliamento alternativo, situato al numero 430 di King’s Road. I due stavano spremendosi le meningi per trovare un nome adatto a quei ragazzacci che, poco dopo, avrebbero messo in piedi la "grande truffa del rock’n’roll". Optando per ‘Sex Pistols’, ‘The Damned’ venne scartato e prontamente riutilizzato da un'altra band che, il 22 ottobre 1976,  pubblicò il primo singolo mai realizzato da un gruppo punk inglese. Anarchy In The U.K. dei Pistols, è opportuno sottolinearlo, sarebbe uscito solo 5 settimane dopo, il 26 novembre 1976.

Tre ragazze toste

Salto temporale con la DeLorean del punk... ed eccoci qui all'Alcatraz (in versione a struttura ridotta), per un incontro ravvicinato con un pezzo della storia del rock inglese. Ad aprire le danze (anzi... il pogo!) - dalla Romagna con furore - è il trio formato da Serena (‘Castel’ Castellucci), Giulia (‘Monty’ Montanari) e Deborah (‘Valli’ Casadei), ovvero... le Smalltown Tigers, col loro disco di debutto Five Things. Quadrate, veloci, divertenti ed efficaci... davvero un ottimo opening-act! Un ruolo spesso ingrato quello del supporter, che le punkettine hanno svolto alla perfezione. E gli applausi del pubblico si sono manifestati dal primo all'ultimo pezzo.

Le Smalltown Tigers, romagnole con grinta

Deborah con una maglietta cara ai fans dei Pistols

Ecco la leggenda!

Successivamente, neanche il tempo di andare in bagno (ad una certa età la prostata si fa sentire...) ed arriva il momento di accogliere l'elegantissimo e perennemente pallido Dave Vanian (67 anni, per tutto lo show col suo elegante Borsalino in testa) e Capitan Sensible con baschetto rosso d'ordinanza (69 anni, Capitano... mio Capitano!), fondatori dei Damned, accompagnati dall’altro membro di lungo corso (dal 1980), il bassista Paul Gray (un plauso alla sua maglietta degli MC5), l'imbarazzante tastierista Monty Oxymoron (con la band dal ’96, sul palco dell'Alcatraz praticamente in pigiama!) e la new entry alla batteria, Will Glanville Taylor. 

Capitano oltraggioso


Dave Vanian, bello e... dannato

Paul Gray con la maglietta degli MC5

La scaletta

Il primo brano è Street Of Dreams, una hit dal loro album Phantasmagoria che, ai tempi, segnò definitivamente la transizione dark/gothic, già evidenziata nel Black Album, il loro IV lavoro che - per la serata milanese - era stato preannunciato in esecuzione integrale. Invece i Nostri ne suoneranno soltanto tre pezzi, compensati da una corposa selezione dall'imminente nuovo album Darkadelic, in uscita il 28 aprile. Naturalmente non mancheranno all'appello Smash It Up, Neat Neat Neat e il loro primo singolo New Rose, citato all'inizio, veri e propri inni di un'epopea unica ed irripetibile. La chiusura dello show è affidata ad una fantastica cover di White Rabbit dei Jefferson Airplane, che fa il paio con un'altra re-interpretazione di brano altrui eseguito durante la serata, quella Eloise, un successo della fine degli anni '60 ad opera di Barry Ryan, molto amata da Dave e compagni.

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