lunedì 23 novembre 2020

L'importanza dei "fondamentali"

Quando alle scuole medie mi avvicinai al basket, figlio di un padre che da giovane aveva militato nella Nazionale Studentesca e poi in quella Militare, recordman italiano per un certo periodo di punti segnati in una partita ufficiale (45), chiamato anche in serie A dall'allora Forst Cantù ma avendo rifiutato, optando per il matrimonio e un lavoro sicuro in Olivetti), sono sempre stato "bombardato" da questa sua frase: i fondamentali sono la base, assolutamente necessaria ed irrinunciabile, per diventare un buon giocatore". 

La musica scritta da Johan Sebastian Bach rappresenta i "fondamentali" delle sette note, conoscenza irrinunciabile per ogni musicista che voglia intraprendere seriamente questo mestiere. le sue composizioni non rappresentano solo la summa di tutte le esperienze che lo hanno preceduto ma sono in grado di indicare nitidamente anche la strada futura. Il sommo Maestro ha inventato un particolare tipo di armonia, poi ripresa da altri grandi artisti come Mozart, Beethoven e Chopin: tecnicamente - per i musicofili - si chiama “fluttuazione 1/f”. Sembra che questa invenzione sia stata presa da Bach direttamente dalla sua esperienza del mondo naturale. Anche il nostro cervello, se ci pensiamo, è un prodotto della natura: se Bach, poi Mozart e gli altri grandi avessero trovato un modo per agire in profondità sulla nostra mente? 

Johann Sebastian Bach ha inventato diversi modi per comporre musica. Il suo brano più famoso è la "fuga" che però non è di sua invenzione: si è "solo" limitato a portare "l'arte della fuga" ai massimi livelli espressivi. Il suo straordinario talento ancora oggi è materia di studio. Nel frattempo, se foste a digiuno di questo genere di cose, vi consiglio di ascoltare almeno queste tre cose:

  • La Sonata numero 2 per solo violino (BWV 1003): si considera uno dei vertici del suo genio; 
  • La Cantata BWV 169 composta a Lipsia da Bach nel 1726 per essere suonata in chiesa;
  • Il quinto movimento della Partita in Re minore anche detta “Ciaccona” (BWV 1004); si pensa che Bach l’abbia scritta in omaggio alla sua prima moglie, scomparsa prematuramente.

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