Il virus bastardo ci ha portato via anche Harold Budd, compositore di grande talento, noto per il suo lavoro minimalista e le sue collaborazioni con Brian Eno. Immediato il cordoglio e gli omaggi di amici e collaboratori, come Robin Guthrie dei Cocteau Twins che su Facebook ha scritto: «Difficile da digerire. Ho condiviso molto con Harold da quando eravamo giovani a quando si è ammalato, ho condiviso moltissimo con Harold negli ultimi 35 anni, punto. Mi sento vuoto, improvvisamente perso e impreparato a questo… Le sue ultime parole per me sono state “adios amigo”… lo rimarranno per sempre. Ha lasciato un vuoto enorme con il nome Harold Budd scritto sopra».
Ricordo (e consiglio a chi non l'avesse ascoltato) l'album collaborativo di Budd e i Cocteau Twins "The Moon and the Melodies" uscito nel 1986.
Personalmente la mia scoperta della sua musica avvenne nel 1978, in pieno furore punk quando anch'io, pur amando le improbabili schitarrate anarcoidi di tutto quello che arrivava dalla perfida Albione, (forse per darmi un tono...) ascoltavo anche cose un pochino più strane e sconosciute. L'album in questione era "The Pavilion of Dreams", un monumento all'estasi contemplativa, in bilico tra il silenzioso abbandono e l'eternità di un qualche appello spirituale. Riascoltato oggi appare ancora più coinvolgente e straordinariamente attuale. Prodotto da Brian Eno, insieme si ritroveranno 10 anni più tardi realizzando il capolavoro "The White Arcades". Budd era un musicista di grande razza, che amava circondarsi di artisti altrettanto talentuosi (i già citati Cocteau Twins ma anche Bill Nelson, Gavin Bryars, Jon Hassell, Hector Zazou, John Foxx). Una perdita enorme.
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