mercoledì 16 giugno 2021

Waters le canta a Mister Facebook


L'episodio è presto raccontato: la multinazionale Facebook chiede a Roger Waters di poter utilizzare Another Brick in the Wall Part 2 per uno spot per Instagram. Rogerone riceve l’offerta (“una vagonata di soldi”, parole sue) e risponde con britannico stile più o meno... “vaffanculo”. C’era da aspettarselo da uno come lui. Certo che chi ha avuto l'idea di chiedere l'utilizzo di un suo brano... non so se sia più coraggioso o imbecille. “Lo racconto perché penso sia pericoloso che questi prendano il controllo di praticamente ogni cosa. Non sarò parte di queste stronzate, Zuckerberg”, ha dichiarato Waters al pubblico radunato a un evento a favore di Julian Assange. Come avrà deciso di rispondere lo staff di Zuckerberg?!? Lo legge proprio l'ex bassista dei Pink Floyd da una lettera di replica al suo "vaffa": “Vi ringraziamo per aver preso in considerazione il progetto. Pensiamo che il messaggio centrale di questa canzone sia ancora rilevante e necessario, un segno del fatto che si tratta di un’opera senza tempo“. Waters non ci sta, sente puzza di presa per il culo ed incalza, com'è nel suo stile: “Vogliono usarla per rendere Facebook e Instagram ancora più potenti di quanto non siano già in modo che possano continuare a censurare tutti noi in questa stanza e impedire che il grande pubblico venga a conoscenza di questa storia su Julian Assange”. Ne ha anche per il povero Zuck: “Perché mai abbiamo dato tanto potere a questo cazzone che ha iniziato con ‘È carina, le diamo quattro su cinque’?!? Eppure eccolo qui, uno degli idioti più potenti al mondo“. 

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