mercoledì 26 dicembre 2007

Gesù Cristo Superstar


E anche questo Natale è trascorso, l'ennesimo Natale... La festa di sempre che celebra la nascita di un Piccolo povero divenuto il più Grande, il più Saggio che predicò rivoluzionari ideali non di potenza, sopraffazione e dominio, ma slanci d’amore basati sul perdono, sull’umiltà di cuore e sui valori dell’anima. Ogni anno ne ricordiamo la nascita che, a prescindere dalla fede religiosa, simboleggia una rinascita interiore.
Il bagliore dei festoni, delle luminarie, dei doni e delle cene, nuovi simboli del vitello d’oro, stordisce senza però riuscire ad eliminare una malinconia interiore che palpita come tremula luce di candela. E’ la luce delle stelle, quelle lontane nel tempo e nello spazio, che guidano illuminando il percorso con la speranza o l’illusione di un ideale e di un sogno. A volte sono conferme dell’esistenza di nuove stelle per il futuro anche se, con occhi resi disillusi dalla maturità, appaiono come stelle comete. Tutte comunque lasciano una scia interiore indelebile, una traccia che nulla riesce ad oscurare e spegnere: una luce fatta di polvere di stelle, che scalda e attribuisce un senso al nostro passaggio nell’universo.

Da qualche parte sul web ho letto questa citazione: “Due persone guardano fuori attraverso le stesse sbarre: l’una vede il fango, l’altra le stelle”; la mia preghiera è che io possa sempre scrutare il cielo in cerca di stelle, con uno sguardo che riesca a spaziare "oltre" e il mio umano sentire si distacchi un po’ dalla becera quotidianità perché possa dare un senso al turbinio di voci e immagini che mi circondano, continuando a stupirmi di fronte al silenzio della notte, che culla il respiro dei bimbi e che spesso accompagnano la scrittura di questi post.

Nessun commento: