Enrico Nascimbeni, giornalista, cantautore
e autore di canzoni (con collaborazioni illustri con Tom Waits, Leonard Cohen, Suzanne Vega, Paola Turci, il mio amico Francesco Baccini, Mango, Syria, Mietta e Marco Carta, oltre naturalmente al Professor Roberto Vecchioni) è morto nella notte all’età di 59 anni, forse a causa di un
malore improvviso. Sul suo profilo Facebook ha
fatto capolino nelle scorse ore un messaggio: ”Enrico ora è un aquilone. Ha
scelto di sbagliare, le parole sono sue, assieme a quella grande umanità
composta di amori, affetti, amicizie, poesie, canzoni. Ora vola libero e a
tutti manda il suo abbraccio di libertà”. Nascimbeni era una delle
personalità di Milano ad essersi messa di traverso rispetto alla dilagante deriva
razzista e xenofoba. Per le sue idee, per il suo attivismo, l’anno scorso aveva subito un’aggressione che lo aveva molto provato. Ne aveva dato conto sul suo
profilo Facebook, raccontando come due persone gli avessero urlato “sporco
comunista di merda" mentre lo ferivano con un coltello, per fortuna in modo non
grave. In cambio aveva ricevuto dai social una grande ondata di affetto e di
solidarietà, oltre che la spinta a continuare nella sua testimonianza di vita. Da giornalista si era occupato di cronaca nera e di cronaca
giudiziaria seguendo, in particolare, l’inchiesta di Mani Pulite; è stato
inviato speciale durante la guerra dei Balcani a Sarajevo, quella in Libano e
anche nella guerra a Kabul in Afghanistan.
Tra i suoi concerti più famosi quello del 1979 al Palalido di Milano coi Van Der Graaf Generator.
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