venerdì 3 marzo 2023

Il John Lydon che non t'aspetti



Ho sempre apprezzato i Public Image Ltd. di John Lydon (ex Rotten), da lui fondati assieme al chitarrista Keith Levene (scomparso pochi mesi orsono, che vantava un breve passato come componente dei Clash) e al bassista Jah Wobble. Un sound particolare il loro, post-punk con contaminazioni psichedeliche, dub, world e tribal, del tutto inedito per quando uscì e che risulterà di consistente influenza sulla musica degli anni successivi.

Di prossima pubblicazione il loro nuovo disco, intitolato End of the World, il successore di What The World Needs Now… uscito nel 2015. Per il momento online è disponibile lo streaming di un nuovo brano intitolato Hawaii, le cui sonorità risultano davvero inconsuete per i PIL, composto per avanzare la propria candidatura come rappresentante dell’Irlanda al prossimo Eurovision Song Contest 2023. Anche il cantato di Lydon appare molto meno ieratico ed allucinato. Una cosa sola rimane fedele allo spirito iniziale: la solita, orrenda copertina!

 

Per alcuni, la partecipazione dell’uomo di God Save The Queen all’eurobaracconata sarebbe una delle sue solite provocazioni, per altri l’ennesima prova del fatto che Lydon sia ormai un venduto. Invece, tutto sommato, è una di quelle cose che ci si può aspettare da uno che si è sempre gettato con entusiasmo nella cultura pop del suo tempo, a volte arrivando perfino ad influenzarla.

La canzone Hawaii parla di John e di sua moglie Nora (malata di Alzheimer), anche se non si tratta di una ballad zuccherosa. È un pezzo singolare, una canzone senile sulla vita e l’amore. Emotivamente struggente, pare la cartolina d’una vacanza alle Isole Hawaii, e in parte lo è. Ma possiede il tono sognante di chi evoca un ricordo dolce e allo stesso tempo quello arreso di chi canta la vita che, irrimediabilmente, sfugge. Ma con tenerezza... come in Caruso di Lucio Dalla: "Ma sì, è la vita che finisce / Ma lui non ci pensò poi tanto / Anzi si sentiva già felice / E ricominciò il suo canto".

In Hawaii si galleggia sulle onde al cui centro ci sono la memoria e l’idea di esserci, qui e ora, aspetti assolutamente fondamentali quando si parla d’una persona affetta da Alzheimer. L’amore come ultima barriera che separa dalla morte. «È dedicata a chiunque stia attraversando un periodo difficile con la persona a cui tiene di più», ha scritto Lydon nel presentarla. «Porta anche un messaggio di speranza: alla fine l’amore vince su ogni cosa». Chi l’avrebbe mai detto che il protagonista dell’ultima grande storia d’amore rock sarebbe stato il clownesco, irriverente e cinico John Lydon, il giullare del post punk? 

Sarebbe divertente: il sanremese Marco Mengoni contro i PIL, un duello fino a qualche anno fa impensabile. Inutile dire per chi parteggerei...

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