Ritengo che Paolo Villaggio, col suo Ugo Fantozzi, abbia creato uno dei personaggi letterario-cinematografici più veri e tragicomici degli ultimi 40 anni, oltre ad essere la sua creatura letteraria e cinematografica più commercialmente fortunata. Il Ragionier Fantozzi rappresenta l'italiano medio-borghese degli anni settanta, con uno stile di vita semplice (niente laurea, anonimo lavoro da impiegato, casa in equo canone, ...) e costantemente perseguitato dalla sfortuna, uomo-simbolo di ansie e "perversioni" di un'intera classe di lavoratori.
La sua frase più celebre rimane, senza dubbio, quella proferita a commento della proiezione de "La corazzata Potemkin" del Maestro Sergej Mikhajlovič Ejzenštein, alla quale viene forzatamente costretto insieme ad alcuni colleghi durante il cineforum aziendale...
Questo illuminato commento può essere benissimo adattato ad un film che ho visto di recente, sul quale rimpiango con amarezza i 15,00 Euro spesi per acquistarne il dvd originale: "Il mattino ha l'oro in bocca" di Francesco Patierno, tratto dal libro "Il giocatore" del dj Marco Baldini. A parte il riferimento, credo assolutamente involontario, con il mantra che Jack Nicholson - Jack Torrence dattiloscrive ossessivamente in "The shining"... vi consiglio di stare alla larga da questo film perchè trattasi veramente di prodotto altamente scadente!!!
La trama: il Baldini è un giovincello fiorentino piuttosto scansafatiche, con fidanzata carina ma rompiscatole e con un sogno grande: condurre una trasmissione radiofonica! Aniello Apicello, imbarazzante direttore dell'emittente privata "Fantasy", gli affida un programma del mattino, iniziandolo all'arte radiofonica e, soprattutto, al gioco d'azzardo. Ascoltato e contattato da Claudio Cecchetto, Marco ottiene un contratto a Radio Deejay, la radio più importante d'Italia. Lasciata Firenze, parte alla volta della tentacolare Milano, dimenticando amici e debiti. Nonostante i successi raccolti dietro al microfono, sia da solo che in compagnia di Fiorello (nel film reso in maniera veramente ridicola), Marco non mancherà di mettersi nuovamente nei guai, giocando ai cavalli e accumulando un considerevole passivo.
Dopo le biografie dei Falcone e dei Borsellino, dei Coppi, dei Bartali e dei Pantani, dei Papi e dei Padre Pio, dei santi e degli eroi delle istituzioni è la volta di uno speaker radiofonico. L'interpretazione del seppur bravo Elio Germano non si addice al personaggio (non foss'altro che per un inadatto physique du rôle) in un "film di formazione" che cerca di dimostrare i limiti di una generazione smarrita, incapace di controllare il proprio destino fino a "giocarselo" a carte o all'ippodromo.
Come nella scena del cineforum di "Fantozzi"... aridatece "Giovannona Coscialunga" e "L'esorciccio"!!!
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