giovedì 26 maggio 2011

Il Caval Donato e il suo terzinato padano



Mirko Dettori... chi è costui? Un musicista con la passione per le canzonette d’epoca che, fortunosamente, scova in un vecchio cassetto di casa sua un cimelio assoluto per i «feticisti» non solamente dei singoli in vinile ma anche della politica. Si tratta del disco – di cui si era sempre favoleggiato ma che nessuno aveva mai rintracciato né tantomeno ascoltato – inciso nel 1964 dall’allora ventunenne Umberto Bossi. Dettori aveva messo in vendita su eBay quella «chicca» per una cifra iperbolica, 250.000 euro, che lui per primo aveva definito una provocazione. Come è andata a finire? «In questi mesi», racconta il musicista che vive a Brescia, «di offerte ne sono arrivate: siamo naturalmente lontani dalla cifra iniziale, ma anche da quotazioni che più realisticamente si possono portare a casa. Si sono fatti avanti tanto appassionati di musica quanto militanti leghisti».
Sul vinile, edito nei sixties per la scomparsa casa discografica Caruso, Bossi – che nella sua breve carriera musicale usava lo pseudonimo di Donato – sono incisi due brani, scritti dal senatur in coppia con il musicista Umberto Mazzucchelli, una sorta di Apicella in salsa verde: "Ebbro", modesto boogie woogie (il titolo potrebe essere quello di un branio degli EELST) e "Sconforto" (idem come prima...) definito secondo i canoni dell’epoca un «rock lento». Ascoltando i due pezzi (fallo qui) si può affermare con asoluta serenità che sono davvero terribili; Bossi per primo, rievocando i suoi trascorsi canterini, bocciò quell’esperienza: «Erano proprio brutte canzoni».

Cncludocon un parere assolutamente personali: a Donato preferisco di gran lunga Carlo Verdone e la sua "Bella senza trucco"...

Nessun commento: