venerdì 12 febbraio 2021

Ciao Chick...


Ho visto solamente una volta Chick Corea dal vivo, solo lui e il suo pianoforte in un tributo dedicato al genio di Thelonius Monk, presso il Teatro Strehler di Milano. Una serata della quale conservo un ricordo molto bello, sia per l'interpretazione di Corea - preceduto da un'altra leggenda del jazz come il chitarrista Jim Hall - ed anche perchè ero in compagnia di mio padre, la persona alla quale devo lo sviluppo della mia cultura musicale, in uno dei rarissimi casi di concerti ai quali abbiamo assistito insieme (capitò poche altre altre volte: con Ivano Fossati all'allora Teatro Smeraldo, Brad Mehldau in trio e Richard Galliano).

Cresciuto coi dischi di papà che spaziavano da Sarah Vaughan a Miles Davis, da Chet Baker a Gerry Mulligan... ma anche con i primi 45 giri di Elvis Presley, Little Richard, Gene Vincent e Tommy Steele, fu inevitabile invitarlo a quello show di Corea, che lui mostrò di apprezzare molto.

Ho sempre nutrito per questo gigante del jazz un rispetto ed un'ammirazione immensa, sia dai dischi coi meravigliosi Return To Forever (non a caso ho utilizzato un loro brano - "Medieval Overture" (qui sotto in versione live - come sigla in una delle mie serie di trasmissioni radiofoniche) e poi con l'acoustic e l'electric band che portano il suo nome. 

Una perdita enorme quella di Armando Anthony Corea, detto Chick, dalle chiare origini italiane, per la precisione di Albi, in provincia di Catanzaro, vincitore di ben 22 Grammy Award, uno dei maggiori pianisti jazz della storia, dallo stile personalissimo, Domenico Scarlatti, Maurice Ravel ed il folklore popolare spagnolo.

       

Peccato solo per la sua fissazione con il movimento Scientology di L. Ron Hubbard, che lui considerava «una continua fonte di ispirazione». Nel 1968 Corea scoprì Dianetics, la principale opera di Hubbard: «Non volevo più soddisfare me stesso. Volevo veramente connettermi con il mondo e fare in modo che la mia musica significasse qualcosa per le persone». Va detto che alcune delle composizioni del suo album Return to Forever vennero realizzate in collaborazione con Neville Potter, un amico che aveva conosciuto proprio tramite Scientology. Alcuni degli altri realizzatori di Return to Forever hanno anche frequentato corsi in Scientology, il nome stesso nome Return to Forever fu, per ammissione del musicista, influenzato dalla filosofia dello spirito di Hubbard. Molti dei suoi brani contengono riferimenti espliciti a varie opere di Hubbard. Per esempio, What Game Shall We Play Today?" si riferisce al concetto filosofico di Scientology che la vita consiste in "giochi" nei quali l'obiettivo è ricavare gioia e soddisfazione. Il suo album del 2004 "To the Stars" è un poema in musica basato sull'omonimo romanzo di fantascienza di Hubbard. Il suo ultimo album, "The Ultimate Adventure", è anch'esso basato su un romanzo di Hubbard. D'altronde... chi di noi non nasconde qualche scheletro nel proprio armadio?

Chick avrebbe continuato a suonare per altri 100 anni se la malattia non fosse arrivata a stroncare la sua vita. Questo il messaggio affidato alla famiglia prima di andarsene: «Voglio ringraziare tutti coloro che durante il mio viaggio mi hanno aiutato. Mi auguro che coloro che hanno sentore di poter scrivere, suonare e fare performance lo facciano. Se non lo fate per voi stessi almeno fatelo per noi. Il mondo non solo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente esserlo».

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