martedì 25 settembre 2012

Marco Ferradini canta Herbert Pagani


Esce oggi "La mia generazione", nuovo doppio cd di Marco Ferradini, nel quale il cantautore milanese, noto al grande pubblico per canzoni come "Teorema" e "Schiavo senza catene",     rilegge la musica dell'amico e collega Herbert Pagani, duettando con una squadra di musicisti eccellenti come Lucio Fabbri, Mauro Ermanno Giovanardi, Eugenio Finardi, Alberto Fortis, Fabio Concato, Moni Ovadia, Ron e tanti altri. Il progetto prevede anche un libro e uno spettacolo teatrale. 
Oggi alle ore 18:00 Ferradini sarà alla Mondadori di Corso Vittorio Emanuele a Milano. Ferradini farà ascoltare qualche canzone dell'album insieme ai cantanti Giovanni Nuti e Charlotte, mentre José Orlando Luciano lo accompagnerà alle tastiere e fisarmonica. Tutte le canzoni dell'album saranno invece proposte in un vero e proprio concerto con numerosi ospiti fissato per il prossimo 6 ottobre alla Palazzina Liberty di Milano. 
In merito a questo nuovo lavoro Ferradini dichiara: "Potevo pensarci prima ma forse una forma di pudore e di rispetto, mi impediva di reinterpretare i brani di un amico, mi sembrava quasi di rubarglieli. E' stato Davide Casali, membro di una band yiddish, a "darmi il là" quando mi confidò che secondo lui ero l'unico che avesse la capacità di riprendere in mano il lavoro di Herbert. Mi regalò una raccolta contenente tutte le canzoni di Pagani. Ho preso la chitarra e ho cominciato a decifrare tonalità e accordi, ad arrangiarli e ad adattarli. Con stupore sentivo che la mia voce si sposava alla melodia e, con estrema facilità, riusciva ad interpretare i suoi testi. Ne ho parlato un po’ con amici e colleghi artisti, scoprendo che Herbert era nel cuore di tutti, realizzare un album di duetti è stata la logica conseguenza". 
Un disco che, finalmente, ripropone le cose migliori di Pagani, canzoni dalla grande ispirazione psicologica e introspettiva, in perfetta continuità e coerenza con la tradizione neorealista francese della quale Pagani in Italia è stato, a detta dei critici (che spesso le sparano grosse ma che nel suo caso furono molto attenti nel coglierne il valore), uno degli interpreti e divulgatori più raffinati, colti e sensibili. Artista popolare negli anni a cavallo tra i '60 e i '70, in seguito vergognosamente dimenticato, è morto negli USA 48enne a causa di una forma di leucemia.


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