martedì 23 febbraio 2021

Gli "illustri nati" di oggi, 23 febbraio



Quelli di oggi sono compleanni davvero eccellenti! Prima di tutto quello di un mio inestinguibile amore musicale: DAVID SYLVIAN (Beckenham, 1958). Voce angelica, raffinatezza, gusto, creatività... possiede tutte le qualità di un grandissimo artista. Frontman dei Japan (dove suonavano anche suo fratello Steve Jansen, Richard Barbieri e Mick Karn) e, successivamente, con una carriera da solista nella quale ha creato alcuni capolavori, passando dalla canzone sofisticata allo sperimentalismo ambient. Tutte le volte che David Alan Batt (questo il suo vero nome) è transitato in Italia sono andato puntualmente ad applaudirlo, fin dal suo primo tour nel quale proponeva il suo splendido album "Secrets Of The Beehive". «Credo che una delle qualità più forti che possiedo sia la mia capacità di creare atmosfere. Secondo me la musica dovrebbe mettere gli ascoltatori a riflettere su sé stessi. Voglio che la mia immaginazione venga lasciata a briglie sciolte senza essere dettata dalla musica. Cerco di non imporre la musica.»

Non è un caso che Carlo Verdone (che di musica se ne intende, eccome...) lo abbia inserito nella colonna sonora dei suoi film "Ma che colpa abbiamo noi", "Perdiamoci di vista" e "Io loro e Lara...

 

Il nuovo, delizioso libro di Verdone, "La carezza della memoria" (Bompiani), contiene un capitolo intitolato "Io, Paolo e la musica", nel quale l'attore e regista, sul filo della memoria, riflette sul suo rapporto con la musica, sul suo potere aggregante e condivisivo, in primis con suo figlio Paolino. Sylvian viene citato ben due volte, imperdibile poi l'aneddoto dedicato al concerto dei The Who al Palazzo dello Sport di Roma nel 1972 e al  tentativo di  strappare un autografo a Keith Moon. Un episodio che sembra tratto da un suo film, che contrasta con un gusto dolce-amaro con questo passaggio: «L'altro giorno guardavo la mia collezione di vinili. E' talmente vasta che mi sono chiesto se sia il caso di trasferirla nella mia casa di campagna (...) nell'osservare quella schiera di copertine consumate e scolorite mi è venuta una gran tristezza. Tutti quei dischi, che partono dalla fine degli anni cinquanta, sono l'immagine di un tempo trascorso troppo in fretta, di un altro secolo. Di un passato che non tornerà mai più. (...) E nel guardare la mia collezione mi sono detto che la maggior parte di questi dischi rimarranno in eterno al buio, dentro la loro copertina, perchè non avrò più tempo e pazienza per farli suonare di nuovo.»
Sapessi, carissimo Carlo, quante volte ho fatto anch'io il medesimo tuo pensiero...


HOWARD JONES (Southampton, 1955) pianista, tastierista e cantante, icona del synthpop anni ottanta. Scoperto - guarda un po' - dal fiuto sopraffino di John Peel, diviso fra l'anima più elettronica e quella pianistico-intimista, vincenti entrambi.

 

JOHN GREAVES (Prestatyn, 1950), bassista e cantante, noto per la sua militanza negli Henry Cow e nei National Health. Nella sua carriera solista spicca l'album "Songs" del 1995 (un "discone"!), dove collaborò come cantante il suo ammiratore Robert Wyatt!

 

FLORIAN FRICKE (Lindau, 1944 - Monaco di Baviera, 2001), unico membro fisso della rock band tedesca Popol Vuh, che incise anche alcune colonne sonore per altrettante pellicole firmate da Werner Herzog, compresa quella per "Fitzcarraldo" - uno dei miei film del cuore - con lo straordinario e folle Klaus Kinski. Da sottolineare che i Popol Vuh, ispirati dalla musica orientale, africana e dalle civiltà precolombiane, crearono una sorta di "musica per sognare", elevandosi un gradino al di sopra del rock psichedelico, considerabili veri e propri precursori della new age e della world music.

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